Un Addio Commosso a Giovanni Fuccio: Quarant’Anni di Dedizione al Giornalismo e all’Editoria, Eredità di Cultura per il Sannio
In una chiesa gremita, ricolma di colleghi, amici e figure istituzionali di spicco – tra cui il sindaco Clemente Mastella e i senatori Danila De Lucia e Sandra Lonardo, assieme ai vertici dell’Ordine regionale dei giornalisti, Ottavio Lucarelli (presidente), Mimmo Falco (vicepresidente) e Salvatore Campitiello (consigliere) – Monsignor Pasquale Maria Mainolfi ha pronunciato l’omelia in occasione delle esequie di Giovanni Fuccio. Nella sua commemorazione, il Presidente dell’Associazione della Stampa Sannita è stato ricordato per le sue insigni qualità umane e la sua prolifica carriera professionale.
Monsignor Mainolfi, egli stesso giornalista con un passato di praticantato presso “Realtà Sannita”, ha evidenziato come Giovanni Fuccio sia stato costantemente avvolto dalla “tenerezza divina” nel corso della sua esistenza terrena. Ha sottolineato la profonda fede che Fuccio nutriva in Dio, una fede che, a detta del Monsignore, ha amplificato i frutti della sua instancabile operosità. Nato a Ceppaloni settantanove anni orsono, Giovanni Fuccio vantava tuttavia origini da Cervinara, paese natale anche di Monsignor Mainolfi. Cresciuto come il più giovane di cinque figli, con quattro sorelle maggiori tutte insegnanti, Fuccio ha sempre percepito un forte senso di appartenenza e l’affetto premuroso della sua famiglia.
Il suo percorso formativo lo ha visto conseguire lauree in Scienze Politiche e successivamente in Filosofia. Ha intrapreso la carriera dell’insegnamento, dapprima come docente di Filosofia a San Marco dei Cavoti, subentrando ad Antonio Pietrantonio, per poi proseguire, seppur per un breve lasso di tempo, a San Donà di Piave, prima di stabilirsi nuovamente a Benevento dove ha impartito lezioni di Inglese. La sua vita familiare ha avuto un punto fermo nel 1970, quando ha sposato la professoressa Anna Maria Tirelli, insegnante di Lettere, dalla cui unione sono nate due figlie: Maria Gabriella, anch’essa docente, e Francesca, impegnata nel settore bancario a Napoli. Giovanni Fuccio ha avuto la gioia di conoscere quattro amati nipoti: Nicola, Giovanni e Beatrice dalla figlia Maria Gabriella, e Syria dalla figlia Francesca.
A partire dal 1978, Fuccio ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama mediatico locale fondando e dirigendo “Realtà Sannita”. Ha inoltre presieduto l’Associazione Stampa e ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Palazzo Mosti durante il mandato di Giuseppe D’Alessandro. Con dedizione profonda, ha abbracciato la storia e l’identità del Sannio come una vera e propria missione, esaltandone le radici e la gloriosa eredità. La sua visione si è estesa anche al di fuori dei confini locali: come consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha promosso l’iniziativa “Fare il Giornale nelle scuole”, un concorso volto a stimolare l’interesse degli studenti verso l’impegnativa arte del giornalismo, una disciplina sempre più preziosa nell’era dei social media. Fino a poco tempo fa, aveva persino ideato uno spazio editoriale specifico all’interno della sua pubblicazione, interamente dedicato alle nuove generazioni.
Sotto l’egida delle Edizioni Realtà Sannita, sono stati pubblicati circa centosessanta volumi, inaugurati nel 1989 con l’opera “I sindaci di Benevento”. Fuccio sarà ricordato come una figura di spessore ma dall’animo semplice, una voce autorevole e ponderata nel dibattito politico e culturale del Sannio. La sua integrità, il rigore e la serietà nei giudizi lo hanno reso un punto di riferimento ineludibile.
Queste riflessioni, ha concluso Monsignor Mainolfi, ci insegnano che il destino del mondo non è affidato a chi causa sofferenze, ma piuttosto a coloro che osano sognare, che accettano i rischi della vita e che si impegnano a condividere le proprie conoscenze. Giovanni Fuccio incarnava pienamente la figura del grande sognatore. L’auspicio finale è che la missione da lui intrapresa e sviluppata per oltre quarant’anni sul territorio possa ora trovare continuità.
Le parole di Monsignor Mainolfi, che hanno delineato con chiarezza la figura di Fuccio, sono state accolte da un lungo e sentito applauso della folla presente, tributo commosso alla sua memoria.
