Vaccini e Opportunismo: La Ferita Aperta di un Paese in Fila

Vaccini e Opportunismo: La Ferita Aperta di un Paese in Fila

L’Italia, una terra celebrata per i suoi ingegni in poesia, navigazione, arte e letteratura, si trova talvolta ad affrontare il lato meno nobile del proprio carattere: quello incarnato dall’astuzia opportunista, dalla disonestà e dalla capacità di tessere intrighi. Questa dualità è stata crudelmente messa in luce da un fenomeno recente.

Migliaia di individui sono stati infatti identificati per aver ricevuto l’immunizzazione contro il virus in anticipo, inserendosi indebitamente nelle liste prioritarie. Si tratta di una platea eterogenea, composta da professionisti provenienti da vari settori: avvocati, giornalisti, magistrati, artigiani, commercianti e persino alcuni amministratori locali. Tutti costoro sono stati vaccinati qualificandosi falsamente come operatori sanitari.

È encomiabile l’operato dei Carabinieri, i quali, attraverso un’accurata verifica degli elenchi e delle informazioni, hanno segnalato questi episodi alle Procure competenti, avviando indagini volte a ristabilire la legalità.

Questa prassi deplorevole, di “scavalcare la fila”, è purtroppo un’abitudine radicata in certi contesti italiani, ma in questo caso specifico, assume una gravità particolare. In un momento di crisi globale, ignorare il proprio turno manifesta una profonda mancanza di rispetto verso i concittadini e un’offesa alla dignità di coloro che, avendo reali e urgenze necessità mediche, attendono fiduciosi il proprio momento per essere protetti.

È fondamentale accogliere l’invito alla prudenza e alla pazienza espresso dal Presidente del Consiglio Draghi: attendere il proprio turno. Un esempio illuminante in tal senso è stato offerto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha saggiamente atteso il suo.

Come ammoniva Giuseppe Mazzini, l’etica morale e quella umana sono indissolubilmente legate; senza giustizia, la vera democrazia non può fiorire. Se permettiamo a tali comportamenti di persistere, rischiamo di proiettare un’immagine di nazione incivile e opportunista, presentando al mondo un biglietto da visita indegno e vergognoso.

Per un popolo che aspira alla vera giustizia e al rispetto reciproco, il messaggio è fin troppo chiaro e non necessita di ulteriori commenti.