Una volta il grande giornalista Indro Montanelli sentenziò: “Mi verrebbe voglia di chiedere la cittadinanza del Ghana, tale è la vergogna che provo come italiano”.Parole che faccio mie per esternare il turbamento e la collera che ho provato per la tragica scomparsa del tifoso interista di 35 anni investito durante gli scontri prima della partita tra Inter e Napoli. La situazione nei nostri stadi è obiettivamente gravissima. Bisogna accentuare le attività di prevenzione ricorrendo, se necessario, anche a misure più energiche. Perché non imitiamo la Gran Bretagna, il cui governo, dopo le tragedie del 1985 all’Heysel e del 1989 a Sheffield, prese le adeguate contromisure per riportare il pubblico sugli spalti e combattere la piaga degli Hooligans? La misura è colma. Per questa ragione siamo chiamati tutti ad un ruolo più responsabile. Le società sportive devono rifiutare alle tifoserie estreme ogni forma di comprensione ed esigere da loro comportamenti civili.La giustizia sportiva deve essere molto più severa nel reprimere ogni tipo di violenza. I mass media devono cambiare linguaggio.Spesso è il tono che fa la musica e anche i commentatori sportivi ne fanno un uso tutt’altro che “super partes”. Le cose non miglioreranno se non ci sarà più rispetto per la persona e più obiettività nei fatti. I giovani, dentro e fuori lo stadio, devono cercare sì la felicità, ma non si devono fare attrarre da miraggi in cui la vita, privata di ogni suo valore, diventa un gioco vigliacco e funesto. Insomma, no alla cultura della morte! Il calcio non può e non deve morire. Esso è una necessità per tutti, un controveleno indicatoci per combattere i molti inquinamenti cui va soggetto l’individuo, un punto fondamentale per propiziare la civile convivenza.Non dimentichiamo, oltre a ciò, gli ideali che indirizzarono il De Coubertin: la pace, la fratellanza e l’amore fraterno.Vorrei lanciare, a bocce ferme e senza partigianeria, un messaggio di amore alle tifoserie del Napoli e dell’Inter. Premetto che non ho i titoli per ergermi a giudice del grave fatto avvenuto a San Siro, ma il mio appello, a tragedia avvenuta, è quello di accantonare subito l’odio, le ostilità e quant’altro di belluino possa caratterizzare l’animo dei tifosi esagitati. Bisogna coltivare un rapporto ex novo tra i due club, affinchè possa germogliare una nuova pianta:quella del fair-play e del vero senso dello sport. Solo così possiamo dare un esempio di civiltà e di lealtà sportiva ai tantissimi giovani, ora scoraggiati e disorientati, che amano profondamente il football e altre discipline.
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