Uniti per la Libertà: A Torino una Forte Mobilitazione Contro il Ddl Zan
Una significativa mobilitazione è stata indetta per sabato 26 giugno alle ore 17 in Piazza Castello a Torino, sotto lo slogan #Restiamoliberi. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di molteplici associazioni e gruppi, intende esprimere un fermo dissenso al disegno di legge Zan, attualmente oggetto di esame presso la Commissione Giustizia del Senato. L’evento comprenderà un punto informativo, la diffusione di immagini illustrative delle potenziali conseguenze della legge tramite camion vela, e lo spiegamento di un imponente drappo di 600 mq, simbolo delle ragioni del contrasto.
La questione ha assunto risonanza anche a livello internazionale, con una recente richiesta del Vaticano al governo italiano per una revisione di alcuni passaggi del testo, ritenuti lesivi delle libertà costituzionalmente garantite alla Chiesa e ai suoi fedeli. Toni Brandi, presidente dell’onlus Pro Vita e Famiglia, ha commentato la proposta come una “legge che sopprime le libertà”, sottolineando il rischio concreto di discriminazione, in particolare verso donne e bambini, paventando l’imposizione di una specifica ideologia negli istituti scolastici. Da qui la ferma richiesta di respingere il testo legislativo.
Jacopo Coghe, vicepresidente della medesima associazione, ha proseguito illustrando come sia a rischio “la nostra facoltà di esprimere liberamente il pensiero”, avvertendo di “possibili derive autoritarie” che, anziché colpire la discriminazione, potrebbero giungere a sanzionare le opinioni personali e il loro libero manifestarsi. Un ulteriore punto critico sollevato riguarda la tutela dei diritti femminili. In caso di approvazione del Ddl Zan, diverrebbe preclusa la possibilità di dibattere apertamente sulla competizione tra atlete donne e atlete transgender, un tema emerso con forza anche durante le recenti Olimpiadi di Tokyo, come evidenziato dal caso della neozelandese Laurel Hubbard, 43 anni, precedentemente nota come Gavin prima della transizione.
La nota conclusiva evidenzia come i minori rappresentino le principali “vittime di questa visione ideologica problematica”, con migliaia di famiglie che invocano la loro protezione da quella che viene definita una “promozione di tematiche LGBTQIA” in tutte le scuole. Si teme che, con l’istituzione di una “Giornata contro l’omotransfobia, la lesbofobia, la transfobia e la bisessualità”, i bambini e gli adolescenti possano essere esposti a contenuti delicati e intimi che dovrebbero rientrare esclusivamente nella sfera educativa genitoriale. I genitori che esprimessero dissenso verso tali insegnamenti “vergognosi”, potrebbero inoltre incorrere nell’accusa di omotransfobia per qualsiasi commento critico.
