Valle Caudina: Il Prezzo dell’Inerzia e la Sfida di un Nuovo Futuro Provinciale

La Valle Caudina, dopo mesi di prolungata inattività economica, si trova ad affrontare un conto salato sul fronte occupazionale. Molte delle attività esistenti sono a rischio collasso e difficilmente riapriranno. Il blocco dei licenziamenti sta solo posticipando l’esplosione di una crisi sociale profonda, anche perché il Reddito di Cittadinanza, un temporaneo sollievo statale, non potrà essere erogato indefinitamente, lasciando presto molti beneficiari senza alcun supporto finanziario.
Mentre in altre aree dell’Irpinia e del Sannio si organizzano incontri tecnici per elaborare strategie e prepararsi alle difficoltà future, nella Valle Caudina regna un silenzio assordante. Questa inerzia è particolarmente evidente nell’Unione dei Comuni che, dopo numerosi anni, persiste come un’entità priva di idee, iniziative concrete e, soprattutto, di una chiara visione per lo sviluppo economico e l’occupazione.
Anche le voci solitamente più critiche, che in passato si levavano per contestare ogni proposta, sembrano aver compreso che l’opinione pubblica è ormai stanca di promesse vuote e di continui rifiuti. Il primo passo indispensabile per avviare un dialogo serio sullo sviluppo economico della Valle Caudina è superare la sua attuale frammentazione provinciale. È giunto il momento che i quattro comuni irpini della Valle Caudina – Cervinara, Rotondi, San Martino Valle Caudina e Roccabascerana – considerino seriamente l’opportunità di aggregarsi alla provincia di Benevento. Non c’è alcun vantaggio, infatti, nel rimanere legati a una provincia che ha storicamente trascurato questi territori.
Di recente, il sindaco di Roccabascerana, Roberto Del Grosso, ha evidenziato come sia diventato ancora più arduo raggiungere Avellino a causa di una rete stradale che definire “da terzo mondo” è un eufemismo. Si parla di progetti multimilionari, eppure non si riesce a garantire la sicurezza di una strada provinciale che ad ogni intemperia subisce crolli in più punti. Senza contare poi l’asse attrezzato, che rischia di rimanere inagibile per mesi a causa dell’incertezza sulla responsabilità della messa in sicurezza della Galleria “Pepicelli”.
Ma al di là delle condizioni della viabilità e dei lunghi tempi di percorrenza per Avellino, si avverte ormai una distanza non solo logistica, ma anche affettiva e identitaria da una provincia che non ha mai dimostrato un reale interesse per questo territorio. Il passaggio dei quattro comuni irpini della Valle Caudina sotto la provincia di Benevento rappresenta, quindi, un’idea da concretizzare al più presto, anche per assicurare l’accesso a servizi migliori, a cominciare dalla Sanità.
È fondamentale iniziare a pianificare lo sviluppo di una Valle con immense potenzialità, ma che negli anni ha dovuto fare i conti con una classe politica che ha privilegiato il clientelismo a discapito di una visione lungimirante basata su uno sviluppo non solo industriale ma anche agricolo. Oggi, nonostante qualche errore, ci sono amministratori che sembrano avere le idee più chiare; è tempo che dimostrino di essere pronti ad affrontare le sfide dei prossimi anni, lavorando per una Valle Caudina unita sotto un’unica provincia, con servizi condivisi e, soprattutto, superando inutili campanilismi. La posta in gioco è alta: tra poco, molte famiglie potrebbero non avere più un pasto da mettere in tavola.