Dalle “Aste Ok” al Banco degli Imputati: Chiesto il Processo per 22 tra Accuse di Mafia e Voto di Scambio
La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, attraverso i sostituti procuratori Henry John Woodcock, Simona Rossi, Luigi Landolfi e Anna Frasca, ha formalmente richiesto il rinvio a giudizio per 22 persone coinvolte nella complessa inchiesta denominata “Aste ok”. Le gravi imputazioni spaziano dall’associazione a delinquere di matrice mafiosa all’alterazione delle procedure d’asta, dall’estorsione al voto di scambio politico-mafioso, includendo anche falsità in atti pubblici, truffa, trasferimento fraudolento di beni e riciclaggio, oltre ad altre contestazioni.
Tra i principali indagati figurano Livia Forte, descritta dagli investigatori come la “signora incontrastata” delle aste giudiziarie in Irpinia, e Armando Aprile, noto esponente del gruppo cittadino “Tre Tre”. A questi si aggiungono Pasquale Galdieri, ritenuto il capo del neonato clan Partenio, i suoi collaboratori Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo, nonché gli ex consiglieri comunali di Avellino, Damiano Genovese e Sabino Morano. Quest’ultimo vanta un passato come segretario provinciale della Lega e candidato sindaco per il centrodestra.
L’accusa di voto di scambio politico-mafioso rappresenta uno dei pilastri dell’accusa. Dalla voluminosa richiesta di rinvio a giudizio – che supera le cinquanta pagine – emerge come il sodalizio camorristico avrebbe sfruttato la sua notevole capacità di infiltrazione e la sua influenza intimidatoria nel territorio avellinese. L’obiettivo sarebbe stato quello di garantire l’elezione di Sabino Morano e Damiano Genovese al Consiglio Comunale, in cambio della promessa di benefici e utilità non chiaramente specificate.
Per quanto concerne il settore delle aste giudiziarie, gli inquirenti hanno delineato un sofisticato meccanismo criminale. Questo sistema mirava a instaurare un vero e proprio monopolio, escludendo sistematicamente gli offerenti legittimi e manipolando le aggiudicazioni. I beni all’incanto venivano acquisiti attraverso il pagamento di “pizzo” o comprati direttamente dal gruppo a prezzi di gran lunga inferiori al loro valore di mercato.
La richiesta di dibattimento è stata estesa anche a sei società che si presume siano sotto il controllo degli indagati. L’udienza preliminare, che vedrà le parti confrontarsi, è fissata per il prossimo 30 giugno, alle ore 10:30, presso il Tribunale di Napoli, dinanzi al Giudice per l’Udienza Preliminare Carlo Bardari.
