Crisi Ambientale in Irpinia: L’On. Fratoianni Sollecita Risposte al Governo sulla Contaminazione delle Valli del Sabato e dell’Irno

Crisi Ambientale in Irpinia: L’On. Fratoianni Sollecita Risposte al Governo sulla Contaminazione delle Valli del Sabato e dell’Irno

Il Segretario Nazionale di Sinistra Italiana, l’onorevole Nicola Fratoianni, ha presentato un’interpellanza parlamentare urgente rivolta al Governo. L’iniziativa scaturisce dalla gravissima situazione di inquinamento che affligge le Valli del Sabato e dell’Irno, in Irpinia, e fa seguito alla diffusione dei risultati dello studio SPES, promosso dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici.

Questo importante lavoro di ricerca epidemiologica, denominato “Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile-SPES”, ha preso avvio nel 2016. La sua genesi si deve alle pressanti richieste e mobilitazioni di comitati cittadini, associazioni e movimenti spontanei, che da tempo denunciavano la crescente compromissione ambientale. L’indagine, una ricerca trasversale sull’uomo, è stata condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (NA), in collaborazione con prestigiose realtà scientifiche quali l’Istituto Pascale di Napoli, il CNR e le Università di Milano, Federico II e SUN di Napoli. L’obiettivo primario era stabilire una chiara correlazione tra l’esposizione ambientale e lo stato di salute della popolazione in Campania.

Le zone campane maggiormente interessate, in particolare in Irpinia, sono state proprio la Valle del Sabato e la Valle dell’Irno. Queste aree, come ampiamente noto, sono state per decenni oggetto di un’intensa e dannosa contaminazione di corsi d’acqua, suoli e aria. Tale condizione deriva principalmente da storiche lacune nella pianificazione produttiva e da una gestione spesso degenerata del ciclo industriale.

Sfortunatamente, i risultati di tale studio sono stati diffusi con un ritardo di ben cinque anni rispetto all’esecuzione dei prelievi ematici. La loro pubblicazione è avvenuta solo grazie alla tenace insistenza delle associazioni ambientaliste e del movimento “Medici per l’Ambiente”. La dirigenza dell’Istituto ha giustificato questo lasso di tempo con i due anni necessari all’Istituto Superiore di Sanità per la convalida dei dati e con le difficoltà sopraggiunte a causa degli eventi pandemici. Tuttavia, queste motivazioni appaiono poco persuasive e, ancor più, preoccupanti. Un simile ritardo, infatti, non solo rischia di vanificare l’utilità stessa della ricerca, ma pone seriamente a rischio la salute dei residenti. I test, infatti, non si basavano su campionamenti esterni, bensì sulla rilevazione di inquinanti direttamente presenti negli organismi dei numerosi volontari che si erano sottoposti allo screening.

Gli esiti dello studio non lasciano margini a dubbi circa l’allarmante livello di pericolo raggiunto. È stata accertata la presenza eccessiva di metalli pesanti e di elementi estremamente nocivi quali antimonio, titanio, cadmio, mercurio e diossina. Le concentrazioni rilevate superano persino quelle riscontrate nella già tristemente nota “Terra dei fuochi”.

La situazione in queste due aree della provincia di Avellino ha raggiunto una soglia critica, quasi un punto di non ritorno. Questi dati scientificamente inconfutabili, unitamente ai monitoraggi periodici di aria e acqua condotti dall’ARPAC, confermano una costante e insidiosa insalubrità ambientale.

Nel frattempo, a seguito della pubblicazione dello studio SPES, la Procura della Repubblica di Avellino ha avviato un’inchiesta, aprendo un fascicolo sul caso.

L’onorevole Fratoianni auspica che questa volta si giunga a risultati concreti, dato che già nel 2013 e nel 2016 i comitati avevano presentato esposti dettagliati senza ottenere alcun riscontro. Le sue domande al Governo sono stringenti e puntano a ottenere risposte e azioni immediate:

* Si intende accertare le ragioni del grave ritardo con cui la Regione Campania ha reso pubblico lo studio SPES, per quanto di competenza dei Ministri interpellati?
* Alla luce dei dati così allarmanti, si valuta l’urgenza di avviare uno screening di massa per le popolazioni delle due Valli e un’indagine epidemiologica approfondita per identificare la prevalenza di patologie correlate all’inquinamento?
* È possibile garantire, come richiesto da tempo da associazioni e comunità locali, il proseguimento delle azioni di prevenzione primaria e secondaria per la tutela della salute dei cittadini, e al contempo procedere con la riduzione delle fonti di inquinamento?
* Non si ritiene necessario dichiarare lo stato di emergenza ambientale in queste due aree e bloccare ogni forma di ulteriore pressione, considerando che sarebbe letteralmente un atto criminale persistere nell’introduzione di nuovi impianti, inclusi quelli legati alla filiera del trattamento dei rifiuti?
* Sono stati previsti fondi specifici, nei capitoli di spesa del PNRR 2021/2026 – in particolare quelli relativi alla transizione ecologica – da destinare a situazioni di grave emergenza ambientale, che possano essere canalizzati per le indispensabili azioni di bonifica e salvaguardia del territorio?