Disparità Contrattuale nella Giustizia Italiana: Il Personale Giudiziario Rivendica Uno Status Speciale di Fronte alla Consulta

Disparità Contrattuale nella Giustizia Italiana: Il Personale Giudiziario Rivendica Uno Status Speciale di Fronte alla Consulta

L’ideale che la legge sia uguale per tutti sembra vacillare ancora una volta, specialmente per quanto concerne il personale del sistema giudiziario italiano. Questi professionisti aspirano a un trattamento contrattuale equiparabile a quello di altre categorie di dipendenti statali che beneficiano di normative distinte. A differenza della maggior parte del settore pubblico, che ha visto una “privatizzazione” dei rapporti di lavoro, allineandosi alle prassi del settore privato, esiste infatti un elenco di professioni per le quali persistono regole particolari. Tra queste figurano magistrati, avvocati dello Stato, membri della carriera diplomatica, professori universitari, personale militare e delle Forze di polizia, i quali godono, ad esempio, di progressioni retributive legate all’anzianità di servizio, giustificate dalla natura specifica delle loro mansioni.

Ora, questa rivendicazione di uno status giuridico peculiare, che li distingua dalla massa dei dipendenti pubblici, è avanzata anche dagli impiegati delle cancellerie giudiziarie, figure essenziali che quotidianamente supportano i magistrati nel loro lavoro. In un significativo sviluppo, il Tribunale di Roma ha ritenuto che la natura unica del loro ruolo professionale meriti un approfondito esame da parte della Corte Costituzionale. Gli avvocati Egidio Lizza e Flavio Maria Polito, che rappresentano un cospicuo numero di questi lavoratori, hanno precisato che l’obiettivo è stabilire se a tale personale debbano essere applicate le comuni normative del pubblico impiego o piuttosto quelle specifiche destinate al settore non privatizzato.

Il sistema giudiziario italiano si trova quindi nuovamente al centro di un fermento. Dopo le pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sullo status di lavoratori dipendenti dei giudici di pace e il recente rifiuto della Corte Costituzionale riguardo la figura dei giudici ausiliari d’appello, ora anche il futuro contrattuale degli addetti alle segreterie giudiziarie approda davanti alla Consulta.

Maria Cristina Marcone, presidente dell’Associazione Dipendenti Giudiziari Italiani (ADGI), ha espresso soddisfazione per questo passo: “La Corte Costituzionale è stata finalmente chiamata a esprimersi su una questione che da anni il personale interessato solleva, poiché l’indispensabile contributo che assicuriamo all’esercizio della funzione giurisdizionale non è stato adeguatamente valorizzato.”

A seguito dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Roma, si attende ora la decisione della Corte Costituzionale, un verdetto che si preannuncia di complessa risoluzione e con potenziali ripercussioni significative sul panorama del pubblico impiego italiano.