Pandemia e Indigenza in Italia: La Povertà al Picco Più Alto dal 2005

Pandemia e Indigenza in Italia: La Povertà al Picco Più Alto dal 2005

Nel 2020, l’anno segnato dall’emergenza sanitaria globale di Covid-19, l’Italia ha assistito a un incremento della povertà assoluta che non aveva precedenti dal 2005. Questa drammatica escalation, che ha visto oltre 5,6 milioni di cittadini italiani vivere in condizioni di estrema indigenza, è stata evidenziata da un’analisi dell’Unione Europea delle Cooperative (Uecoop) basata sui recenti dati Istat. Parallelamente, si è registrato un significativo calo dell’8,6% nella spesa familiare destinata a salute e servizi sanitari su scala nazionale.

Questa situazione di disagio si intreccia inestricabilmente con le profonde ripercussioni economiche generate dalla crisi pandemica. Un dato eloquente è la marcata disparità nella spesa pro capite per i servizi sanitari: un individuo privo di occupazione spende in media circa 62 euro al mese, a fronte di una media nazionale di 108,10 euro. Uecoop sottolinea che tra le nuove fasce di popolazione colpite dall’indigenza figurano individui che hanno perso il proprio impiego, titolari di piccole attività commerciali o artigianali costretti alla chiusura, lavoratori con contratti precari o irregolari, chi non disponeva di riserve economiche, e numerosi dipendenti a tempo determinato o con mansioni occasionali.

L’emergenza economica, unita alla crescente pressione sul sistema sanitario nazionale, ha fortemente condizionato le scelte e i comportamenti delle famiglie, incidendo negativamente sui piani di prevenzione e cura. A ciò si sono sommati significativi problemi lavorativi e finanziari. Nel 2020, oltre un quarto dei nuclei familiari italiani (il 28,8%) ha lamentato un netto peggioramento della propria condizione economica rispetto all’anno precedente. Interessante notare, come evidenziato da Uecoop, che tale deterioramento ha inciso maggiormente nelle regioni più prosperose del Centro (30,5%) e del Nord (28,8%), rispetto al Mezzogiorno (27,7%).

Particolarmente allarmante è il dato relativo alla povertà minorile: nel 2020, ben 1 milione e 346 mila bambini e ragazzi sotto i 18 anni si trovavano in stato di indigenza, un aumento di 209 mila unità rispetto all’anno precedente. Questo incremento si è verificato nonostante l’impegno di numerose iniziative di solidarietà e l’instancabile lavoro dei servizi sociali, delle organizzazioni di volontariato e degli oltre 350 mila operatori delle cooperative sociali e assistenziali che supportano milioni di famiglie, spesso affiancando reti familiari in crescente affanno, specialmente nella cura di congiunti non autosufficienti.

Simili criticità colpiscono frequentemente la popolazione anziana: circa un terzo di essa incontra serie difficoltà nello svolgimento di attività quotidiane essenziali come cucinare, fare acquisti, assumere farmaci o pulire l’abitazione. Inoltre, Uecoop rileva che oltre l’11% degli anziani fatica persino nella cura personale di base, inclusi gesti come lavarsi, coricarsi, alzarsi dal letto o vestirsi e svestirsi.