Dalla Quiete del Monastero: La Priora di Cascia e l’Appello Urgente alla Memoria Attiva
La memoria si configura come un imperativo morale, non solo un richiamo al passato, ma un potente stimolo ad operare nel presente per edificare un domani affrancato dall’odio, dalla brutalità e dall’indifferenza. È un atto di consapevolezza del vissuto, fondamentale per lasciare oggi un’impronta più virtuosa nella storia, ancora segnata da conflitti e disparità che minacciano l’esistenza di ogni individuo. Con questa profonda riflessione, Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, introduce il suo messaggio in vista della Giornata della Memoria, celebrata globalmente il 27 gennaio 2021 in ricordo delle vittime dell’Olocausto. La religiosa agostiniana esorta con vigore a meditare sul valore intrinseco del ricordo e a scegliere un impegno attivo per il cambiamento.
“Zachar”, un verbo di origine ebraica che appare più di duecento volte nelle Sacre Scritture, porta in sé un duplice significato: rammentare e agire. La Madre Priora sottolinea come la memoria sia dunque una forza dinamica, capace di guidare le nostre scelte attuali, che plasmeranno il futuro del mondo. I milioni di esistenze annientate dal regime nazista appena ottant’anni fa, sommati agli innumerevoli conflitti che tormentano la nostra contemporaneità, evidenziano chiaramente una deviazione dalla retta via. Non è sufficiente una mera condanna del male affinché non si ripeta; è indispensabile un impegno quotidiano e collettivo nel perseguire il bene.
Prendendo a esempio Santa Rita da Cascia, che visse in un’epoca di profonde divisioni e vendette, la Prioressa osserva come ella avrebbe potuto soccombere alla disperazione o ignorare le avversità. Invece, Rita scelse di tracciare un percorso alternativo, guidato dall’amore divino. Questa decisione singola ha avuto ripercussioni significative, trasformando innumerevoli vite nel corso di oltre cinque secoli, e continua a farlo. Allo stesso modo, afferma la religiosa, le nostre decisioni odierne hanno il potere di alterare il corso delle nostre esistenze e quello dell’intera umanità. Siamo chiamati, sull’orma di Santa Rita, a privilegiare la via dell’amore, dell’umiltà, del confronto pacifico e della concordia, come baluardo contro l’odio che annienta la vita stessa.
In chiusura, la Priora invoca l’intercessione di Santa Rita per elevare una preghiera al Signore in suffragio di tutte le vittime di genocidi, tanto quelle passate quanto quelle presenti. Sottolinea la tragica realtà che, anche in questo istante, milioni di esseri umani – uomini, donne e bambini – sono soggetti a sterminio, tortura e trattamenti disumani. Un esempio lampante è offerto dai centri per migranti in Libia, descritti dall’Alto Commissario ONU per i Rifugiati come veri e propri campi di concentramento, dove, non molto tempo fa, una giovane eritrea ha subito brutali percosse in una camera di tortura. La Priora lancia un appello accorato a Dio affinché illumini le coscienze di tutti, e in particolare quella sfera politica ottusa e apaticamente orientata al mero potere, che giunge a giustificare ogni mezzo per raggiungerlo. Che il Signore infonda in coloro che hanno la facoltà di agire la ferma volontà di porre fine a questo inferno terreno.
