LSU Campania: Dopo 25 Anni di Precariato, la Scadenza Imminente Spinge la Protesta Fuori dalla Regione

LSU Campania: Dopo 25 Anni di Precariato, la Scadenza Imminente Spinge la Protesta Fuori dalla Regione

Questa mattina, i Lavoratori Socialmente Utili (LSU) della Campania si sono riuniti in protesta davanti al palazzo della Giunta regionale, situato a Santa Lucia, per esigere il pieno rispetto della procedura prevista per la loro definitiva stabilizzazione occupazionale. Al loro fianco, a sostegno delle istanze, erano presenti i segretari regionali di CGIL, CISL e UIL. I sindacati hanno congiuntamente incluso la questione della stabilizzazione degli LSU nella piattaforma programmatica unitaria già sottoposta all’attenzione della Regione Campania.

Giovanni Sgambati, segretario generale della UIL Campania, ha dichiarato con fermezza che «la Regione non può più adducere pretesti. Il rinnovamento della Pubblica Amministrazione deve necessariamente prendere le mosse dall’eliminazione di ogni forma di precariato. La normativa finanziaria stabilisce per la stabilizzazione dei lavoratori LSU un termine perentorio, fissato al 31 marzo. Questa data non è ulteriormente prorogabile. È indispensabile procedere al rinnovo dei contratti, altrimenti assisteremo a una fase di acuta tensione e conflitto con l’esecutivo regionale».

Doriana Buonavita, alla guida della CISL Campania, ha espresso l’opinione che sia «inaccettabile che, trascorsi ben venticinque anni, questi dipendenti permangano in una condizione di instabilità lavorativa, malgrado la disponibilità di strumenti legislativi forniti dal governo centrale. La Campania non può permettersi di perpetuare il precariato e l’ente regionale non può trincerarsi dietro il silenzio. Questo non è tollerabile né per i cittadini, né per i lavoratori, né per le organizzazioni sindacali».

Dal canto suo, Nicola Ricci, segretario generale della CGIL Campania, ha sottolineato l’esistenza di «531 lavoratori la cui ingiustizia grida vendetta. È imperativa l’adozione di una strategia concreta per contrastare le disuguaglianze e affrontare la profonda crisi che attanaglia il settore occupazionale. La Regione – ha precisato – è chiamata a fornire una risposta celere a questi operatori e alle loro consolidate competenze, validate da un quarto di secolo. In materia di diritti lavorativi, non sono ammissibili compromessi con nessuno; non si tratta di reclamare trattamenti di favore, bensì l’applicazione imparziale della normativa vigente».