Rapporto Legambiente: Lo Stato Critico dell’Edilizia Scolastica Campana e le Sfide dei Servizi

Rapporto Legambiente: Lo Stato Critico dell’Edilizia Scolastica Campana e le Sfide dei Servizi

Un’analisi approfondita condotta da Legambiente rivela un quadro preoccupante per l’edilizia scolastica in Campania, con progressi estremamente lenti nell’attuazione dei progetti finanziati e gravi lacune infrastrutturali. In un arco di sette anni, dal 2014 al 2020, appena il 9,3% dei piani di riqualificazione e costruzione finanziati per le scuole della regione è giunto a compimento.

Per un importo complessivo di oltre 265 milioni di euro destinati a 140 progetti, è evidente che, pur a fronte di ingenti finanziamenti (una media di circa 1,9 milioni di euro per istituto), questi sono stati impiegati su un numero ristretto di edifici che necessitavano di interventi di maggiore entità. Un fattore cruciale che ostacola l’efficienza è la dilatazione dei tempi di realizzazione: se a livello nazionale un progetto impiega in media 300 giorni per essere concluso, in Campania questo periodo si allunga a un anno e mezzo, quasi il doppio.

Il patrimonio edilizio scolastico campano, come evidenziato dall’indagine, è in gran parte obsoleto e trascurato. Su un campione di 410 strutture esaminate nelle province di Avellino, Caserta e Napoli – frequentate quotidianamente da oltre 100.000 studenti – emerge che il 92% delle scuole non possiede certificazioni fondamentali come l’agibilità. Ancora più allarmante è il dato relativo alle scuole situate in zone a rischio sismico (il 42% del campione, classificate in area sismica 2), per le quali non risulta alcuna costruzione con tecniche antisismiche, né interventi di adeguamento sismico realizzati negli ultimi cinque anni.

Il rapporto “Ecosistema Scuola 2021” di Legambiente per la Campania giunge in un momento strategico, mentre l’Italia ridefinisce le proprie priorità e pianifica gli investimenti del Recovery Plan. Con l’ultima versione che stanzia 6,8 miliardi di euro per l’edilizia scolastica, il rischio è che tali risorse, seppur cospicue, non producano i risultati attesi senza un’azione decisa contro le criticità croniche. La pandemia ha posto l’attenzione sulla fragilità degli spazi e dei servizi scolastici, confermando quanto l’associazione ambientalista denuncia da anni.

Francesca Ferro, direttrice regionale di Legambiente, sottolinea che, nonostante la crescente consapevolezza sull’importanza di investire nell’istruzione, l’arrivo dei fondi richiede prioritariamente un nuovo piano di governance per superare le disparità. “L’edilizia scolastica e i servizi ad essa correlati devono essere ripensati in chiave di sostenibilità ambientale e sociale, elementi cardine per il successo della transizione ecologica e per contrastare la povertà educativa,” afferma Ferro. Per assicurare una gestione efficace dei fondi, Legambiente propone:
* Una mappatura dettagliata dei bisogni tramite l’anagrafe dell’edilizia scolastica.
* Una programmazione degli interventi basata su priorità, partendo da efficientamento energetico e messa in sicurezza.
* Il supporto alle strutture tecniche delle amministrazioni locali con minori capacità progettuali.
* La semplificazione delle linee di finanziamento per accelerare l’accesso e la gestione dei fondi, riducendo così il divario tra progetti finanziati e quelli effettivamente conclusi.

La carenza di spazi educativi collettivi è un altro punto dolente: il 67% delle scuole campane non dispone di impianti sportivi e solo il 3,4% offre un servizio mensa. Le indagini diagnostiche sui solai sono state eseguite su un esiguo 7,3% degli edifici, con interventi di messa in sicurezza effettuati in appena il 6,1% negli ultimi cinque anni. Tra le note positive, si registra che tutti gli edifici scolastici partecipano alla raccolta differenziata e tutti quelli con amianto sono stati bonificati.

Un’ulteriore area di investimento strategico, resa evidente dalla pandemia, è l’infrastruttura digitale. Sebbene la digitalizzazione della pubblica amministrazione sia un pilastro del PNRR, i dati attuali nelle città capoluogo campane sono bassi: solo il 18% delle scuole dispone di reti Wi-Fi e appena il 13% è completamente cablato. Valentina Onesti, responsabile del settore scuola di Legambiente Campania, auspica che questi numeri, relativi al 2019, siano migliorati a seguito dell’emergenza sanitaria e che si investa sul cablaggio per connessioni più sicure e di qualità.

**Dettagli specifici dalle città capoluogo:**

* **Napoli (349 scuole, oltre 90.000 studenti):** Soltanto 23 edifici possiedono il certificato di agibilità, mentre 47 sono stati sottoposti a verifica di vulnerabilità antisismica. Le indagini diagnostiche sui solai sono state effettuate su soli 4 edifici negli ultimi cinque anni, e lavori di messa in sicurezza dei solai su 16. Novantacinque edifici hanno beneficiato di manutenzioni straordinarie recenti, ma 97 necessitano di interventi urgenti, soprattutto per impiantistica e prevenzione incendi. È positiva la pratica della raccolta differenziata in tutte le scuole e l’offerta di pasti biologici DOP/IGP nelle mense. Sei edifici sfruttano energie rinnovabili.
* **Avellino (27 scuole, circa 5.700 studenti):** Tutti gli edifici hanno il certificato di collaudo statico, ma solo 7 quello di agibilità. Quattordici strutture hanno ricevuto manutenzioni straordinarie urgenti negli ultimi cinque anni. Sei scuole utilizzano fonti rinnovabili. Indagini sui solai sono state eseguite su 14 edifici, con 9 interventi di messa in sicurezza. La raccolta differenziata è praticata in tutte le 27 scuole.
* **Caserta (34 scuole, circa 6.500 studenti):** Nessun edificio possiede il certificato di collaudo statico. Dieci hanno beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi cinque anni. Sei scuole impiegano fonti rinnovabili. Dodici edifici sono stati oggetto di indagini diagnostiche sui solai. La città si distingue per un servizio piedibus con percorsi sicuri, che coinvolge oltre 300 bambini.