Rivoluzione nello Screening del Cancro Colorettale: Inizia a 45 Anni la Prevenzione Cruciale
Le recenti direttive sanitarie suggeriscono che lo screening regolare per il tumore colorettale, destinato agli individui con un rischio da moderato ad elevato, debba ora cominciare all’età di 45 anni. Questo anticipo di cinque anni rispetto alle precedenti raccomandazioni, che fissavano l’inizio a 50 anni, è motivato dall’allarmante aumento dei casi tra gli adulti più giovani. Questa patologia rappresenta la terza principale causa di decesso oncologico, sia per gli uomini che per le donne. Si stima che circa 53.000 persone negli Stati Uniti soccomberanno a una forma avanzata di questa malattia solo quest’anno. Tali dati provengono dalla US Preventive Services Task Force (USPSTF), un’autorità le cui indicazioni sono un punto di riferimento fondamentale per professionisti medici, assicurazioni sanitarie e legislatori.
Sebbene il tumore colorettale sia diagnosticato con maggiore frequenza nella fascia d’età tra i 65 e i 74 anni, è significativo notare che quasi l’11% delle nuove diagnosi colpisce individui al di sotto dei 50 anni. La Task Force – un comitato di specialisti indipendenti designati dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani – ha evidenziato in un comunicato diffuso sulla prestigiosa rivista medica JAMA che, nell’ultimo quindicennio, l’incidenza della malattia negli adulti tra i 40 e i 49 anni ha registrato un incremento di quasi il 15%. Gli studi indicano che i tassi di tumore colorettale sono elevati tra gli adulti di etnia nera, i nativi americani e le popolazioni indigene dell’Alaska. Inoltre, il rischio aumenta per gli individui con una predisposizione familiare alla patologia, per il sesso maschile e per coloro che presentano altri fattori predisponenti, quali la poliposi intestinale, le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, l’obesità, il diabete, un passato di tabagismo o un consumo eccessivo di alcol.
Commentando queste nuove indicazioni in un editoriale su JAMA, la Dottoressa Kimmie Ng, direttrice del Centro per il Cancro Colorettale ad Esordio Giovanile presso il Dana-Farber Institute di Boston, ha sottolineato che “queste direttive aggiornate estenderanno la disponibilità dello screening salvavita del tumore colorettale a milioni di americani in più, offrendo il potenziale per prevenire un numero significativo di morti causate da questa malattia.”
Negli Stati Uniti, la colonscopia si conferma la procedura di screening più diffusa per la diagnosi precoce del tumore colorettale. Altre opzioni includono la ricerca di sangue occulto nelle feci e la sigmoidoscopia flessibile, quest’ultima seguita da colonscopia qualora si identifichino polipi precancerosi da asportare. La scelta del metodo di screening, come indicato dalle linee guida, dovrebbe essere una decisione condivisa tra medico e paziente, tenendo conto di molteplici fattori, tra cui la periodicità richiesta per ciascun test. A titolo esemplificativo, i test fecali potrebbero necessitare di ripetizioni annuali, mentre per gli individui a rischio medio, una colonscopia è generalmente consigliata ogni dieci anni. La Task Force ha altresì stabilito che, per gli adulti tra i 76 e gli 85 anni, la prosecuzione dello screening debba essere valutata caso per caso, basandosi su considerazioni cliniche individuali. Dopo gli 85 anni, lo screening è raccomandato di essere sospeso.
