Il Costo Nascosto dell’Isolamento: La Piaga Silenziosa della Violenza Contro gli Uomini

Il Costo Nascosto dell’Isolamento: La Piaga Silenziosa della Violenza Contro gli Uomini

L’ultimo anno è stato caratterizzato da un prolungato isolamento domestico imposto dai lockdown, un periodo che ha purtroppo coinciso con un notevole aumento degli episodi di violenza all’interno delle mura domestiche. Ci si interroga se tale incremento sia un fenomeno nuovo o piuttosto un’esacerbazione di dinamiche preesistenti, rimaste celate fino a quel momento. Sebbene le cronache riportino quotidianamente storie di donne vittime di aggressioni, abusi e omicidi, esiste una realtà parallela altrettanto grave, ma spesso ignorata a causa di profonde radici culturali: la violenza perpetrata dalle donne contro gli uomini.

Si stima che ogni anno circa cinque milioni di uomini si trovino in una condizione di vittimizzazione, subendo maltrattamenti che assumono diverse forme: da quelli psicologici ed economici a quelli sessuali. Spesso sono bersaglio di critiche denigratorie riguardanti presunti difetti fisici o la modesta remunerazione del loro lavoro, giudicata insufficiente a garantire un tenore di vita agiato alla partner. Non è raro che vengano obbligati a farsi carico di tutte le necessità familiari, a fronte del sistematico rifiuto della donna di contribuire finanziariamente alla gestione domestica. Le pressioni possono degenerare in ricatti e minacce di separazione, con la prospettiva di essere privati dell’abitazione, dei mezzi economici, e, ancora più grave, dell’accesso ai propri figli e di ogni forma di contatto con loro.

Una volta che l’unione matrimoniale si dissolve, soprattutto in presenza di prole, molti padri si vedono estromessi dalla vita dei figli, trasformati in meri erogatori di assegni di mantenimento, totalmente dipendenti dalla volontà dell’ex coniuge. In situazioni estreme, privati di ogni risorsa, alcuni si trovano costretti a vivere in auto, trovando nella Caritas l’unico sostegno per la sopravvivenza.

Gli uomini, tradizionalmente etichettati come il “sesso forte”, raramente sporgono denuncia. Questo reticente comportamento è alimentato da un profondo senso di vergogna, legato alla percezione di una “virilità lesa”, e dalla paura, ancora più accentuata rispetto alle donne, di non essere presi sul serio o creduti. La violenza non conosce distinzioni di genere e, sebbene quella perpetrata a danno degli uomini possa apparire meno eclatante rispetto a quella subita dalle donne, si rivela spesso assai più insidiosa e velenosa.

Le attuali strutture di supporto, come i centri antiviolenza, sono quasi esclusivamente dedicate alle donne e, di conseguenza, faticano a rispondere alle, purtroppo esigue, richieste di aiuto provenienti dagli uomini maltrattati. È imperativo che la società civile si impegni a prevenire e contrastare ogni forma di abuso. La violenza contro gli uomini viene spesso minimizzata dalle vittime stesse, che non la identificano come tale, talvolta interpretandola come una dinamica relazionale “normale” all’interno del contesto familiare.

È fondamentale che l’apparato legislativo intervenga con maggiore efficacia per affrontare questo fenomeno occulto. Parallelamente, a livello territoriale, è nostro dovere promuovere una maggiore consapevolezza, incoraggiando gli uomini, proprio come le donne, a rompere il muro del silenzio e a cercare aiuto senza vergogna, garantendo loro il sostegno psicologico e logistico indispensabile.