Costruire il futuro: Mattarella invita all’azione nel presente

Costruire il futuro: Mattarella invita all’azione nel presente

Commemorando il 75° anniversario del referendum del 2 giugno 1946, il Presidente Sergio Mattarella ha sottolineato come la scelta della Repubblica segnò l’inizio di un capitolo inedito per l’Italia. Oggi, la nazione si trova nuovamente a un bivio cruciale, affrontando le conseguenze di due gravi crisi globali – quella finanziaria ed economica e la più recente pandemia. È un momento, ha affermato il Capo dello Stato, che, proprio come allora, impone di dedicarsi attivamente alla costruzione del nostro avvenire.

La nascita della Repubblica ha inaugurato un’era di libertà e democrazia, ponendo fine a vent’anni di regime fascista e ripristinando la pace dopo le atroci sofferenze della guerra e l’occupazione nazista. Questa nuova alba era stata prefigurata e preparata, anche nei periodi più oscuri, dal coraggio di donne e uomini della Resistenza, che non solo lottarono ma iniziarono a immaginare l’architettura di un’Italia finalmente libera. La sfida era immensa: risollevare una nazione dilaniata, ferita e isolata sul palcoscenico internazionale. Settantacinque anni fa, il percorso si presentava arduo.

Il paese appariva frammentato: la vittoria repubblicana, sebbene netta, con un margine di due milioni di voti, non rifletteva una scelta uniforme a livello territoriale, e il rischio di una frattura tra Nord e Sud era palpabile in una nazione stremata. Fu proprio l’opzione repubblicana a diventare il catalizzatore di un’unità e di una coesione più profonde, radicandosi nel cuore della cittadinanza e liberando un’ondata di nuove energie e figure nella sfera pubblica. Questo fervore fu la linfa vitale che alimentò la stagione costituente, un periodo eccezionale in grado di dare voce e corpo alle speranze, alle aspettative e ai sogni del popolo italiano.

La democrazia, ha proseguito il Presidente, trascende un mero codice normativo; essa è piuttosto un processo dinamico e costante, orientato a comporre le diverse aspirazioni e finalità, ponendo sempre al centro la persona umana, la cui dignità prevale su qualsiasi interesse. In questo percorso, partiti politici, forze sociali e l’intera società civile ricoprono un ruolo insostituibile. Talvolta, le istituzioni possono apparire vulnerabili, messe alla prova da sfide senza precedenti.

La Repubblica incarna i valori dell’umanità e si erge a baluardo della pace e della vita, in ogni contesto e circostanza. Ne è chiara testimonianza l’instancabile operato della Guardia Costiera e della Marina Militare italiane, dedicate a salvare vite umane nel Mediterraneo, laddove la disperazione spinge le persone alla deriva.

Nonostante i progressi, il Presidente ha richiamato l’attenzione su ingiustizie e disuguaglianze ancora troppo diffuse, e su situazioni inaccettabili per la coscienza collettiva, quali l’evasione fiscale o le tragiche morti sul lavoro. Il ricordo commosso di Luana D’Orazio, la giovane operaia scomparsa a soli 22 anni in un’industria tessile toscana, deve infondere in tutti l’impegno irrinunciabile ad affrontare con la massima risolutezza e rigore la questione cruciale della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il cammino verso la piena parità di genere è lungi dall’essere compiuto, ha aggiunto il Presidente, specialmente per quanto concerne la condizione femminile nel mondo occupazionale: dal numero di donne impiegate, al trattamento retributivo, alle opportunità di carriera, alla protezione della maternità e alla conciliazione tra vita professionale e privata. Persistono queste disparità, mentre si registra un’inaccettabile escalation della violenza contro le donne.

Un percorso altrettanto lento e accidentato ha caratterizzato l’affermazione completa della dignità umana e dei suoi diritti inalienabili, richiedendo una strenua lotta per estirpare ogni forma di discriminazione. È tuttavia con orgoglio che possiamo affermare come l’Italia odierna, in particolare sul fronte dei diritti civili, sia divenuta più matura, consapevole e progredita rispetto a settantacinque anni fa. Un risultato che si deve anche al potere della memoria, preservata e trasmessa da figure come Liliana Segre, instancabile simbolo di civiltà e umanità.

“L’Italia, la nostra Patria, possiede tutte le capacità necessarie per superare gli ostacoli,” ha dichiarato il Presidente Mattarella. Ha poi evidenziato come la Repubblica disponga di un solido sistema di valori e di risorse indispensabili per confrontarsi apertamente con le sfide attuali, vantando potenzialità straordinarie. Il suo inestimabile patrimonio artistico e culturale, profondamente radicato nella storia, continua a risplendere e a influenzare il mondo intero attraverso talenti e intelletti universalmente riconosciuti. Il paese eccelle per creatività, competenze e abilità che lo collocano all’avanguardia in numerosi ambiti.

A volte, ha riconosciuto, si può avere la percezione che lo spirito costruttivo che animò i padri fondatori si sia affievolito, che la nazione sia rimasta bloccata da inerzie e passività, da posizioni di privilegio, o dall’illusoria convinzione di poter avanzare solo con una gestione emergenziale del “giorno per giorno”. Ma il Paese non è immobile, ha ribadito. Sebbene emerga talvolta la tentazione di confinarsi nel presente, trascurando la proiezione verso il futuro, questa non può essere l’unica strada percorribile.

“Esiste per noi una risorsa di inestimabile valore, un orizzonte imprescindibile: l’Europa.” Ha descritto l’Unione Europea come una realizzazione complessa e talvolta non lineare, ma intrinsecamente legata, per l’Italia, alla stessa scelta repubblicana. L’Europa rappresenta il coronamento del destino nazionale, un fulcro e un baluardo di sovranità democratica, e un’oasi di pace in un contesto globale segnato da conflitti e tensioni. Il legame storico con il Risorgimento e la Resistenza trova nella costruzione europea il suo compimento, intessendo una trama di civiltà democratica che dialoga con il mondo, senza essere soggetta a potenze esterne.

Concludendo il suo discorso per il 75° anniversario della Repubblica, il Presidente Mattarella si è rivolto direttamente ai giovani: “La narrazione di questi settantacinque anni è un mosaico intessuto da innumerevoli storie, grandi e piccole, di figure note e testimonianze meno conosciute. Adesso spetta a voi forgiare il futuro della Repubblica. Selezionate gli esempi, i volti, i modelli, e tutte le positive eredità della nostra Italia da conservare. E preparatevi poi a scrivere i nuovi capitoli di questa storia, diventando i veri protagonisti del nostro avvenire.” In un passaggio significativo, il Capo dello Stato ha citato la celebre canzone di Francesco De Gregori, “La storia siamo noi”, per descrivere la Repubblica come “la storia della formazione e della crescita di una comunità”, ribadendo che “nessuno si senta escluso”.