Frode Carosello nell’Hi-Tech: Sequestrati 18 Milioni in Vasta Operazione Anti-IVA
Un’importante operazione condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, ha raggiunto il suo culmine questa mattina con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo. L’intervento, nato da un’autonoma attività investigativa mirata al contrasto delle frodi e dell’evasione fiscale, ha portato al congelamento di beni, disponibilità finanziarie e quote societarie per un valore complessivo di circa 18 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso nei confronti del gestore di fatto di due società di capitali, nonché effettivo proprietario di uno studio contabile nella Capitale, entità che fungevano da “filtro” in un articolato meccanismo di frode carosello che vedeva coinvolti diversi prestanome e complici.
Le indagini, iniziate in concomitanza con una serie di verifiche fiscali, hanno consentito ai militari della Compagnia di Este di scoprire l’esistenza di un’organizzazione criminale. Questa banda aveva sistematicamente eluso l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) attraverso l’emissione di fatture false, per una base imponibile totale di 235 milioni di euro, e la realizzazione di finte triangolazioni che coinvolgevano oltre 90 aziende sparse su tutto il territorio nazionale. Le province maggiormente interessate includevano Roma, Milano, Napoli, Torino, Padova e Ancona. Attraverso questo stratagemma, il gruppo era riuscito a crearsi una solida posizione sui mercati nazionali e internazionali nella commercializzazione di prodotti elettronici di alta qualità, destinati principalmente alla grande distribuzione specializzata.
Lo schema fraudolento si è rivelato di straordinaria complessità. Gli indagati avevano attivamente ostacolato i controlli, utilizzando entità aziendali create specificamente per lo scopo, intestate a terzi, oppure acquisendo società già attive nel settore. Tuttavia, una serie di anomalie ha allertato i Finanzieri: l’assenza di adeguate sedi operative, consumi energetici irrisori, significative inadempienze fiscali e la palese carenza di competenze specifiche da parte degli amministratori hanno sollevato forti dubbi sulla reale operatività delle imprese coinvolte a vario titolo nella frode.
Un massiccio movimento di fatture e capitali ha spinto le Fiamme Gialle a esaminare l’intera catena di approvvigionamento. Si è così accertato che i prodotti erano stati acquistati direttamente da fornitori dell’Europa Orientale dai beneficiari finali, questi ultimi già sotto osservazione in un altro contesto investigativo. Le aziende intermediarie italiane, puramente fittizie e rivelatesi “scatole vuote”, agivano esclusivamente come schermo, orchestrando una serie di trasferimenti bancari circolari. L’obiettivo era eludere il fisco, simulando transazioni inesistenti per generare crediti IVA illegittimamente detratti, a fronte di imposte mai versate da operatori economici nazionali privi di qualsiasi reale capacità imprenditoriale.
La significativa azione cautelare ha permesso di sequestrare l’illecito profitto, costituito da fondi depositati su 60 diversi conti correnti, da 15 pregiati beni immobiliari situati nel cuore di Roma e dalle quote azionarie di 5 aziende. Tutti questi asset sono stati ricondotti a un professionista, riconosciuto come l’ideatore e la mente di questa complessa truffa fiscale.
Inoltre, vista la carenza dei presupposti formali e sostanziali richiesti dalla normativa di settore, e con l’intento di prevenire il ripetersi di condotte illecite di simile natura, è stato avviato, tramite i competenti Uffici finanziari, il procedimento per la chiusura delle posizioni fiscali coinvolte nell’inchiesta e per la loro rimozione dalla banca dati VIES. Quest’ultimo è il sistema di interscambio dati tra gli Stati membri dell’Unione Europea, cruciale per la corretta amministrazione dell’IVA nelle transazioni intracomunitarie.
L’operazione appena descritta sottolinea il costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta all’illegalità tributaria e, in particolare, alle frodi in materia di IVA. Recuperando fondi illecitamente sottratti alle casse statali ed europee, si contribuisce a promuovere un ambiente favorevole per la concorrenza leale e per gli operatori onesti, spesso penalizzati dalla sleale competitività generata dai responsabili di tali frodi, specialmente in un momento di significative sfide economiche accentuate dalla crisi sanitaria in corso.
