Unasweb Smentisce l’Allarme Ministeriale: Bove Chiarisce i Dati Reali sulle Sigarette Elettroniche e i Decessi
Arcangelo Bove, leader di Unasweb e fondatore di Svapoweb, ha espresso una forte critica nei confronti del Ministero della Salute italiano, giudicandolo “eccessivamente rigido e poco ricettivo” in merito al concetto di riduzione del danno. La sua dichiarazione giunge in risposta a una comunicazione ufficiale redatta da Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione, e Rosanna Ugenti, Direttore generale delle Professioni sanitarie e Risorse umane, entrambi figure apicali all’interno del Ministero allora sotto la guida del Ministro Speranza.
In una missiva pubblicata da Quotidiano Sanità e poi rilanciata da Svapo Magazine, Rezza e Ugenti avevano affrontato vari temi, includendo le sigarette elettroniche. Le avevano descritte come dispositivi capaci di “generare dipendenza da nicotina al pari dei prodotti tradizionali” e, inoltre, le avevano liquidate come “non valide né sicure alternative al tabacco convenzionale, a causa della presenza, oltre alla nicotina, di agenti cancerogeni e sostanze tossiche dannose”.
Bove ha replicato duramente, sostenendo che tali conclusioni, formulate da “due figure di così alto livello ministeriale, palesemente si basano su una selezione limitata della letteratura scientifica disponibile, tralasciando – seppur probabilmente in buona fede – una vasta mole di studi e ricerche che dimostrano l’esatto contrario: che le sigarette elettroniche, in realtà, non causano dipendenza e sono considerevolmente meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali”. L’imprenditore ha ribadito che “la scelta ideale, per chi non fuma, rimane quella di non iniziare a usare le e-cig”.
Tuttavia, ha proseguito Bove, “è innegabile il ruolo delle sigarette elettroniche come valido ausilio per smettere di fumare, e perciò, nell’ottica di una riduzione del danno, meritano piena considerazione”. Su questo punto, però, i dirigenti Rezza e Ugenti hanno espresso una visione drasticamente differente, sostenendo l’esistenza di “approcci terapeutici, anche farmacologici, di comprovata efficacia”.
Ma è stata soprattutto la menzione di “eventi letali dovuti a patologie polmonari connesse all’uso di sigarette elettroniche, riportati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna” a destare particolare preoccupazione e sconcerto. Bove ha chiarito che tale riferimento punta chiaramente alla sindrome “Evali” (E-cigarette or Vaping product use-Associated Lung Injury), la quale, come ufficialmente riconosciuto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, non è minimamente legata all’impiego corretto delle e-cig. Gli episodi mortali erano infatti imputabili all’utilizzo di additivi illeciti, quali la Vitamina E acetato, assenti nei liquidi per sigarette elettroniche legali e certificati. Tali incidenti erano invece esclusiva conseguenza del mercato nero e del contrabbando, dove la sigaretta elettronica fungeva da mero veicolo, innocente di per sé, paragonabile a una siringa usata per iniettare sostanze stupefacenti: in tale analogia, la colpa non ricade sullo strumento, bensì sulla sostanza abusata.
“Unasweb è convinta che le affermazioni dei dirigenti ministeriali rappresentino una svista, sebbene di notevole importanza”, ha concluso Bove. “Li esortiamo a correggere quanto dichiarato, considerando il grave pregiudizio per la salute pubblica. Molti fumatori attuali potrebbero infatti trovare nelle e-cig un’alternativa significativa per abbandonare il tabacco, ma vengono dissuasi da messaggi allarmistici, per di più diffusi da istituzioni di così alto profilo, le cui indicazioni dovrebbero invece orientare in modo responsabile le decisioni dei cittadini”.
