Il prossimo 20 novembre si concluderà l’Anno Santo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco l’8 dicembre 2015 per convocare l’intero popolo di Dio a un cammino di misericordia: «Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata… Anche la misericordia è una meta da raggiungere e richiede impegno e sacrificio» (Misericordiae Vultus, 14). Il 24 maggio 2015 Papa Francesco ha firmato la sua seconda enciclica Laudato sì, sul legame inscindibile tra custodia del creato e promozione della giustizia. Sono i poveri a subire le più drammatiche conseguenze dello sfruttamento insensato delle risorse del pianeta, della desertificazione, della scarsità e dell’avvelenamento della acque, della espropriazione di terre coltivabili, dell’inquinamento atmosferico e dell’iniqua distribuzione di materie prime. Il Pontefice si rivolge ad ogni persona che abita questo pianeta perché si custodisca e si difenda “la nostra casa comune” (Laudato sì, 3). Papa Bergoglio afferma: «Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia» (Laudato sì, 161). Un fatto è certo: la terra è resa povera dalle scelte egoistiche, tutti siamo responsabili del degrado della Terra perché insensibili al suo grido. Siamo di fronte a un deficit innanzitutto educativo e culturale. E’ la sconfitta della politica e della sua sottomissione alle regole spietate della finanza. Non basta la legge, non basta la scienza, occorre la coscienza che genera condivisione e corresponsabilità ed immunizza dalla “globalizzazione dell’indifferenza”. Crisi ecologica e crisi sociale sono due facce della stessa medaglia: l’una non si risolve senza l’altra. Ma non basta deplorare e denunciare le brutture del mondo, bisogna parlare e operare con un cuore carico di amore compassionevole. L’arte, col suo fascino per la bellezza, rappresenta un linguaggio straordinario e convincente nei processi educativi delle nuove come delle antiche generazioni. Noi possiamo cercare Dio, autore e sorgente di ogni bellezza, leggendo due grandi libri: la Bibbia e il Creato. Nella divina Rivelazione Dio viene a noi come luce di verità e, nel Creato, come dinamismo d’amore. Nelle creature inanimate contempliamo le vestigia Dei, nelle creature spirituali la imago Dei: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza» (Genesi 1,26); «I cieli immensi narrano del grande Dio la gloria» (Salmo 18); il compimento della Rivelazione e Manifestazione divina lo abbiamo in Gesù: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Giovanni 1,14). Il filosofo Pierre Theilhard De Chardin contemplando la sacralità del cosmo arriva a parlare di “Messa sul mondo”. Il gusto cosmico della terra si trasforma così in preghiera. I Padri della Chiesa ravvisano nel mistero di Cristo Verbo incarnato “immagine del Dio invisibile” (Colossesi 1,15), il fondamento del culto reso alle sante immagini: «E’ stata l’incarnazione del Figlio di Dio ad inaugurare una nuova economia delle immagini» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1161). San Giovanni Damasceno si esprime così: «La bellezza e il colore delle immagini sono uno stimolo per la mia preghiera. È una festa per i miei occhi, così come lo spettacolo della campagna apre il mio cuore a rendere gloria a Dio». Oggi l’arte del passato non si esprime più nelle forme in cui esisteva un tempo, avanza il linguaggio delle immagini. La carissima amica ed artista Silvana Paoletti ha compreso molto bene questa rivoluzione copernicana avvenuta nell’areopago della comunicazione e perciò si cimenta con una produzione abbondante, variegata, significativa e ovunque apprezzata. La passione intensa e la fede limpida di Silvana colgono con straordinario talento la bellezza della Natura e del Trascendente e, attraverso la foto d’arte, si rivela la sua anima innamorata di Dio e del Mondo. Il suo genio femminile coglie con particolare sensibilità il ruolo strategico che svolge nella storia dell’umanità il Fiore di carne più bello che il Creatore ha lanciato sulla Terra, la Vergine Maria, e ne canta la divina bellezza, credendo fermamente che la Sua missione è quella di maternizzare il volto paterno di Dio. La produzione artistica di Silvana Paoletti suscita riflessione, incanto, preghiera, trasmettendo all’immagine una formidabile funzione terapeutica.