Montesarchio Celebra un Ritorno Storico: I Dipinti Sottratti 27 Anni Fa Fanno Finalmente Rientro

Montesarchio Celebra un Ritorno Storico: I Dipinti Sottratti 27 Anni Fa Fanno Finalmente Rientro

A quasi ventisette anni dal loro illecito prelievo, sei sezioni dell’opera pittorica intitolata “L’Immacolata fra i Santi Francesco, Domenico, Elisabetta e Teresa”, originariamente custodita presso la ormai sconsacrata Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Montesarchio (BN), si apprestano a fare ritorno. La cerimonia di riconsegna è fissata per il 17 aprile 2021, alle ore 10:30, quando il Maggiore Giampaolo Brasili, Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, affiderà i preziosi frammenti al Sindaco di Montesarchio, Francesco Damiano. L’evento si svolgerà nell’Aula Consiliare del Comune e vedrà la partecipazione di figure di rilievo quali S.E.R. Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo della Diocesi di Benevento, e il Colonnello Germano Passafiume, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Benevento.

L’operazione che ha condotto a questo significativo recupero, orchestrata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha preso avvio da una singolare segnalazione di furto avanzata da un antiquario partenopeo. Quest’ultimo denunciava la sparizione di un cospicuo numero di manufatti artistici che asseriva di possedere e custodire in un proprio deposito. Tuttavia, le indagini successive hanno rivelato un quadro ben più complesso: si è appurato che la presunta denuncia costituiva in realtà un sofisticato espediente ideato dall’antiquario stesso per riacquistare illecitamente il controllo su beni che egli aveva già immesso nel circuito commerciale. A riprova di ciò, numerose delle opere dichiarate rubate sono state rinvenute direttamente presso la sua residenza. I meticolosi accertamenti investigativi non si sono limitati a questo, portando alla confisca di un vastissimo repertorio di opere d’arte illecitamente sottratte, provenienti da ben dodici distinti furti perpetrati su scala nazionale, sia in abitazioni private che in luoghi di culto. Oltre ai preziosi manufatti d’antiquariato, l’inchiesta ha permesso di recuperare più di 4.000 reperti archeologici, tra cui monete e vasi.

È stato proprio nell’ambito di questa complessa indagine che sono state scoperte cinque delle sei sezioni costituenti il dipinto. La sesta e più cruciale componente – quella che rappresenta il cuore centrale dell’opera – è stata recuperata, sempre per disposizione dell’autorità giudiziaria napoletana, durante una vendita presso una rinomata casa d’aste situata nel capoluogo campano. Un ruolo decisivo nell’identificazione di questo inestimabile patrimonio artistico è stato svolto dalla “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”. La comparazione delle immagini con quelle contenute in questo archivio ha permesso di stabilire inequivocabilmente l’origine illegittima delle opere, spianando la strada al loro imminente ritorno.