Nuova regola in condominio: se il cane del vicino abbaia troppo ti deve pagare molti soldi | Ti fai un’entrata extra al mese

Nuova regola in condominio: se il cane del vicino abbaia troppo ti deve pagare molti soldi | Ti fai un’entrata extra al mese

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Una recente decisione apre la strada a risarcimenti economici per chi vive in condominio e subisce continuamente gli abbai del cane del vicino: se il disturbo è costante e documentato, il proprietario dell’animale può essere obbligato a pagare.

Il problema dei rumori molesti è da sempre uno dei più discussi all’interno dei condomìni, e tra le cause più frequenti di litigi ci sono proprio gli animali domestici lasciati abbaiare per ore. Una sentenza intervenuta sul tema ha chiarito che, quando il disturbo supera la normale tollerabilità, il vicino danneggiato può ottenere un indennizzo economico. Non si tratta di una semplice ammonizione, ma di un vero risarcimento riconosciuto sulla base del disagio provocato.

Il principio affermato dai giudici è che ogni condòmino ha diritto al pieno godimento della propria abitazione, e che rumori continui e ripetuti — come abbaiare incessantemente, soprattutto nelle ore di riposo — possono incidere in modo significativo sulla qualità della vita. In queste circostanze, chi subisce il disturbo non solo può chiedere l’intervento dell’amministratore, ma può avviare un’azione che porta, se accolta, a un ristoro economico anche sostanzioso.

Quando scatta il risarcimento e cosa devi dimostrare

Il risarcimento non è automatico: occorre dimostrare che il rumore supera la soglia della normale tollerabilità prevista dal codice civile. Questo significa che gli abbai devono essere frequenti, prolungati e tali da rendere difficile il riposo o le attività quotidiane. La prova può arrivare da registrazioni, testimonianze di altri condòmini, segnalazioni all’amministratore o persino rilievi tecnici effettuati da professionisti.

Se il giudice accerta il disturbo, il proprietario del cane può essere condannato a risarcire i danni morali e materiali subiti. Gli importi variano in base alla gravità della situazione, ma in diversi casi le somme riconosciute sono state significative, tanto da costituire per il danneggiato una sorta di “entrata extra” derivante dal comportamento negligente del vicino. Un precedente che sta facendo discutere molti condomìni e che spinge sempre più persone a far valere i propri diritti.

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Cosa può fare chi subisce il disturbo e come tutelarsi

Prima di arrivare a un’azione giudiziaria, è consigliabile tentare una soluzione pacifica, informando il proprietario dell’animale e coinvolgendo l’amministratore di condominio. In diversi casi basta un richiamo formale o la richiesta di adottare accorgimenti (come educazione correttiva o gestione diversa dell’animale) per ridurre il problema.

Tuttavia, se il disturbo persiste e incide seriamente sulla vita del vicino, la via del risarcimento diventa una possibilità concreta. I giudici valutano con attenzione i casi in cui il benessere e la tranquillità domestica siano stati compromessi, riconoscendo un danno che può essere anche reiterato nel tempo. Un cambiamento importante, che rafforza la tutela di chi vive in condominio e mette in chiaro che la convivenza civile passa anche dal rispetto del silenzio e delle esigenze degli altri.