In questo momento procelloso che la scuola italiana sta attraversando a causa del Covid-19, la mia mente non può non andare a Maria Montessori, prima donna laureata all’Università capitolina, dal recupero dei fanciulli handicappati trasse i primi elementi del proprio metodo. Con la sua filosofia educativa ha fatto un dono enorme al mondo e ai bambini. Bocciata tre volte alle elementari, divenne una grande pedagogista e il suo pensiero ha raggiunto ogni angolo del mondo: scuole materne, elementari,medie e superiori. Persino in una cittadina sperduta del Kurdistan. Il suo metodo era inclusivo, per tutti i bambini, ed è tuttora considerato un buon antidoto contro i veleni della guerra, del razzismo e della xenofobia. Sempre attenta al dialogo, a questioni universali come la pace e la ricostruzione dell’umanità. Abbiamo tutti un grosso debito morale nei confronti di questa pioniera dell’educazione, specialmente i bambini che si sono visti illuminare il loro cammino di speranza per l’avvenire. Lei li riteneva una vera sorgente d’amore. Personalmente ho sempre sostenuto che la scuola è il tempio dell’educazione per eccellenza, dell’acquisizione dei valori fondamentali in cui si sviluppa la personalità del futuro uomo. Mio padre volle dare a tutti noi (5 figli) la possibilità di studiare, forse col rammarico di non aver potuto lui stesso studiare come avrebbe voluto: era una di quelle persone profondamente convinte che la cultura facesse l’uomo, indipendentemente dal risvolto economico. L’attivista statunitense per i diritti umani Malcolm X diceva: “La scuola è il nostro passaporto per il futuro,poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo”. Grazie di cuore, cara maestra Montessori, per la sua alta opera pedagogica e i suoi importanti consigli intorno allo scibile umano. Intere generazioni le saranno grate.