Smantellata la Rete della Maxi Frode Fiscale sul Carburante: Sequestri Oltre 40 Milioni, L’Irpinia Tra le Zone Interessate
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Frosinone continuano a mostrare un impegno indefesso nella lotta contro le frodi fiscali che affliggono il settore della vendita di prodotti petroliferi. Attraverso l’operazione di vasta portata denominata “DIESEL FREE TAX”, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ha svelato un complesso e ingegnoso schema di evasione. Questo sistema era progettato per commercializzare illegalmente carburanti per autotrazione su scala nazionale, offerti a costi nettamente inferiori rispetto ai prezzi di mercato. Il vantaggio competitivo era ottenuto grazie alla mancata corresponsione o all’indebito risparmio sia dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) che delle imposte dirette.
Concluse le indagini, la Procura della Repubblica di Cassino, sotto la guida del Procuratore Dott. Luciano d’Emmanuele, ha tempestivamente disposto un decreto di sequestro. Tale provvedimento mira alla confisca diretta e per equivalente di beni per un valore superiore ai 40 milioni di euro, identificati come profitti derivanti dalle attività illecite. Queste erano state orchestrate da un pericoloso sodalizio criminale, esteso su tutto il territorio nazionale e costituito da numerosi individui e aziende. Tra i soggetti coinvolti, figurano anche elementi con legami stretti con il clan camorristico Formicola, attivo principalmente nella provincia di Napoli. È emerso che alcuni degli indagati, già noti alle forze dell’ordine e vicini alla suddetta cosca, erano stati precedentemente oggetto di inchieste relative all’applicazione di misure di prevenzione previste dalla legislazione antimafia in vigore.
I provvedimenti di sequestro hanno colpito le risorse finanziarie di quattro società con sedi legali a Frosinone e Napoli, oltre a beni mobili, immobili e disponibilità economiche di sei persone fisiche, riconosciute come amministratori di diritto o di fatto delle stesse. L’operazione odierna ha portato al blocco di decine di immobili, inclusi alcuni di valore significativo, e svariati terreni distribuiti tra le province di Frosinone, Napoli, Avellino (Irpinia), Campobasso e Cosenza. Ulteriori beni sequestrati includono autoveicoli, motocicli, quote societarie, ingenti somme di denaro e persino un’imbarcazione di lusso ormeggiata nel porto di Torre del Greco.
Le approfondite e lunghe indagini hanno avuto inizio nel 2018, scaturite da due ispezioni fiscali separate condotte su una società di capitali con sede a Sora (Frosinone), attiva nel commercio di carburanti. Queste verifiche, supportate da analisi forensi informatiche eseguite da esperti, hanno subito rivelato serie anomalie riguardo l’autenticità delle fatture di acquisto del prodotto. I documenti di trasporto analizzati indicavano come fornitori entità che esistevano solo sulla carta per le transazioni. Il carburante, in realtà, passava attraverso una catena di società “cartiere” o “filtro”, create ad hoc per eludere il fisco, arrivando alla società ispezionata a costi significativamente più bassi rispetto a quelli del fornitore originale. Questo meccanismo permetteva sia all’azienda sotto indagine sia ai suoi clienti di proporre prezzi al pubblico ben al di sotto del costo di produzione effettivo.
Sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Roberto Bulgarini Nomi della Procura di Cassino, le indagini hanno identificato decine di aziende dislocate in tutta Italia, con particolare concentrazione nelle province di Roma, Napoli, Milano, Verona e Latina. Queste entità avevano messo in atto diverse pratiche illecite, tra cui la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi, l’omissione del versamento dell’IVA attraverso l’emissione di false dichiarazioni d’intento prive dei requisiti legali, e l’occultamento della contabilità per ostacolare la tracciabilità dei movimenti dei prodotti petroliferi.
In totale, 116 individui sono stati denunciati alle rispettive Autorità Giudiziarie per reati che spaziano dalle dichiarazioni fiscali fraudolente e le indebite compensazioni di crediti d’imposta all’autoriciclaggio. Parallelamente, 29 aziende sono state deferite per responsabilità amministrativa derivante da reato. È importante notare che, nell’ambito della stessa inchiesta, già nel dicembre 2020, la Guardia di Finanza di Frosinone (le “Fiamme Gialle ciociare”) aveva arrestato un imprenditore del Latinese e sequestrato beni per oltre un milione di euro a scopo di confisca preventiva.
Le indagini amministrative e tributarie, condotte a livello nazionale in parallelo alle operazioni di polizia giudiziaria, hanno permesso di quantificare l’entità della frode: circa 300 milioni di euro di ricavi non dichiarati e sottratti al fisco, 63 milioni di euro di costi non deducibili e un’evasione fiscale stimata in circa 200 milioni di euro, frutto di un volume impressionante di false fatturazioni che supera i 500 milioni di euro. L’intervento odierno evidenzia il ruolo cruciale della Guardia di Finanza nella lotta contro le frodi IVA e sulle imposte dirette, in particolare nel settore energetico. Questi schemi illeciti non solo permettono ingenti evasioni fiscali, ma distorcono anche il mercato, consentendo la vendita di prodotti a prezzi irrealistici e inferiori a quelli praticati dalle aziende che operano legalmente, oltre a facilitare il riciclaggio dei proventi derivanti da attività criminali.
