Dal Semplice Seminatore alla Santità: L’Eredità Duratura di Padre Pio

Dal Semplice Seminatore alla Santità: L’Eredità Duratura di Padre Pio

Era il 16 giugno 2002 quando Papa Giovanni Paolo II, con l’autorità della Sede Apostolica, pronunciò le solenni parole “Beatum Pium a Pietrelcina Sanctum esse decernimus et definimus”, elevando ufficialmente agli onori degli altari un uomo di umili origini contadine, eppure dotato di una straordinaria capacità di toccare i cuori. La sua figura aveva già da tempo trascendido i confini della mera devozione, essendo venerato come santo già in vita da milioni di fedeli. Questi, organizzati in innumerevoli gruppi di preghiera sparsi per il globo, attendevano la canonizzazione papale non come un’indispensabile validazione della sua santità, ma piuttosto come una grande celebrazione collettiva, un’autentica festa familiare. Il solenne rito si tenne in Piazza San Pietro, ma la gioia si propagò ben oltre, con eventi trasmessi tramite maxischermi in Piazza San Giovanni in Laterano e nei luoghi più significativi legati alla vita del frate cappuccino, raggiungendo ogni angolo di fedeltà a lui.

Nato Francesco Forgione a Pietrelcina, in provincia di Benevento, il 25 maggio 1887, il futuro Padre Pio vestì l’abito religioso a soli sedici anni. Fu ordinato sacerdote il 10 maggio 1910 a San Giovanni Rotondo, nella provincia di Foggia, località che sarebbe diventata il fulcro della sua missione. Qui, con instancabile dedizione, fondò dal nulla un imponente ospedale – la Casa Sollievo della Sofferenza – e promosse numerose iniziative caritative. Entrambe le località, Pietrelcina e San Giovanni Rotondo, si fregiano del titolo di “città del santo”. In particolare, San Giovanni Rotondo avrebbe in seguito commissionato all’architetto Renzo Piano la realizzazione di un nuovo, maestoso santuario dedicato alla memoria del frate.

Membro dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Padre Pio divenne celebre anche per le stimmate, quelle ferite misteriose che, secondo la fede cristiana, riproducono sulle mani e sui piedi i segni dei chiodi della crocifissione di Gesù. Per i devoti, tali segni rappresentano una profonda identificazione mistica con la Passione di Cristo, concessa a pochi eletti. Egli stesso narrava di aver ricevuto queste ferite durante la Prima Guerra Mondiale, mentre svolgeva il ruolo di cappellano militare. La data specifica è il 20 settembre 1918, quando, all’età di trentun anni, era intento alla preghiera nel coro di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Gli apparve, come egli stesso descrisse, “un misterioso personaggio con le mani, i piedi e il costato che grondavano di sangue”. L’esperienza fu così intensa che “ciò che sentii in quell’istante – avrebbe poi riferito – non saprei dirvelo”. E continuò: “La vista del personaggio si ritirò ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano di sangue”.

Le stimmate si manifestarono chiaramente sul suo corpo, causando un evidente sanguinamento, notato dai confratelli e prontamente riferito ai superiori. Da quel momento, la sua fama di santità si diffuse rapidamente, alimentando una straordinaria devozione popolare. Questo fervore sfociò nella nascita dei celebri Gruppi di Preghiera e generò anche un afflusso considerevole di donazioni da ogni parte del mondo. Tuttavia, le stimmate, pur attirando la venerazione dei fedeli, suscitarono anche scetticismo e aspre critiche, portando all’accusa di frode. Figure autorevoli, come Padre Agostino Gemelli, co-fondatore dell’Università Cattolica, giunsero a etichettarlo come “psicopatico, autolesionista, imbroglione”. Non mancarono altre denunce provenienti da sfere ecclesiastiche, relative a presunti comportamenti inappropriati nel confessionale. Una rigorosa inchiesta del Sant’Uffizio culminò in un severo provvedimento che gli proibì, dal 1922 al 1931, ogni contatto diretto con i suoi devoti. Nonostante ciò, la sua popolarità rimase inalterata; i fedeli continuarono a rivolgersi a lui con incondizionata fiducia e profonda devozione, ignorando le avversità.

Padre Pio si spense il 23 settembre 1968, già universalmente riconosciuto per la sua santità. Il percorso formale verso la canonizzazione ebbe inizio il 20 marzo 1983, con l’apertura del processo canonico. Il miracolo ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, indispensabile per la sua elevazione agli altari, fu la guarigione di Matteo Pio Colella, un bambino affetto da una meningite fulminante, la cui inspiegabile remissione fu attestata dalla commissione medica come scientificamente inspiegabile.