Pellegrino tra Pellegrini: Papa Francesco, le Stigmate di Padre Pio e il Cuore Pulsante della Speranza

Pellegrino tra Pellegrini: Papa Francesco, le Stigmate di Padre Pio e il Cuore Pulsante della Speranza

Per una regione provata dalle difficoltà, la presenza del Sommo Pontefice rappresenta un potente stimolo di fiducia. Questa lodevole osservazione è stata espressa da Monsignor Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento, durante l’accoglienza mattutina di Papa Francesco a Pietrelcina. Il Pontefice ha dedicato circa un’ora alla visita dei luoghi natali del venerato frate cappuccino, scenario anche della sua mistica esperienza delle stimmate. Questa stessa area, già afflitta dal fenomeno dell’emigrazione ai tempi di Padre Pio, continua a confrontarsi con tale realtà. Persino il padre del santo fu costretto a emigrare in America, cercando i mezzi per garantire l’istruzione del figlio.

«I nostri giovani sono spesso costretti a cercare opportunità lavorative lontano da casa, e i nostri centri abitati – al pari di molteplici zone interne nazionali – registrano un calo demografico», ha evidenziato il presule della diocesi sannita. Ha inoltre descritto la regione come depositaria di antiche tradizioni e di un «passato illustre», pur riconoscendo che il presente «non è esente da nuove sfide». L’arrivo di Papa Francesco a Pietrelcina è avvenuto poco prima delle otto del mattino. Immediatamente dopo, il Santo Padre si è immerso in un momento di preghiera nella Cappella dell’Olmo, luogo sacro dove Padre Pio ricevette il dono delle stimmate e dove prese forma la sua vocazione sacerdotale. Si narra che un ruolo cruciale in questa decisione fu giocato dalle parole di un frate cappuccino questuante.

Successivamente, si è svolto l’incontro con le autorità locali, tra cui figurava il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, seguito da un discorso rivolto ai fedeli, scandito da ripetuti applausi. Percorrendo il tragitto dal punto di atterraggio dell’elicottero fino al sagrato della nuova chiesa di Pietrelcina, il Pontefice ha avuto un cordiale scambio con un vivace novantottenne, affettuosamente noto come “zio Alberto”, il quale ha esortato Sua Santità ad apprezzare la salubrità dell’aria locale.

La tappa successiva, a San Giovanni Rotondo, ha visto Papa Francesco inserirsi nella folla come un pellegrino tra i molti che giungono lì, mossi dalla devozione per San Pio e dalla profonda angoscia per la malattia dei più fragili. Ogni giorno, infatti, migliaia di persone da ogni angolo d’Italia e del mondo accorrono in questa cittadina pugliese per onorare la memoria di Padre Pio (nome con cui è ancora familiarmente conosciuto ai più), ma altrettante intraprendono lunghi viaggi, sperando in una guarigione miracolosa per i propri congiunti, e in particolare per i bambini, la cui sofferenza fisica e quella dei loro genitori è incommensurabile.

Il momento più commovente della mattinata trascorsa dal Santo Padre in Puglia si è manifestato durante la sua visita all’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, nello specifico al terzo piano del Poliambulatorio “Giovanni Paolo II”, sede del reparto di Oncoematologia pediatrica. Per circa trenta minuti, il Papa ha prodigato parole di conforto ai genitori, accarezzando i volti e le teste, per lo più prive di capelli a causa dei trattamenti chemioterapici, di piccoli pazienti che gli hanno ricambiato sorrisi luminosi.

Al di fuori del Santuario di Santa Maria delle Grazie, un’altra scena tenera ha visto tre bambini correre incontro al Papa. All’interno della “Chiesa vecchia” – distinta dalla nuova struttura moderna progettata da Renzo Piano e intitolata a San Pio da Pietrelcina, distante solo pochi metri – Papa Bergoglio si era raccolto in meditazione davanti alle spoglie del frate cappuccino e al “Crocifisso delle Stigmate”. La sua visita ha incluso anche la stanza dove il santo soleva dimorare.

Quest’anno ricorre il centenario dal 20 settembre 1918, data in cui Padre Pio ricevette le sue stimmate permanenti. Oggi, Papa Francesco, giunto da Pietrelcina, ha ripercorso gli stessi sentieri del santo frate, immergendosi in un’atmosfera di entusiasmo, giubilo ed emozione collettiva di migliaia di fedeli, e al contempo toccando con mano la struggente sofferenza dei bambini malati e delle loro famiglie. Un’esperienza vissuta, in essenza, come un umile pellegrino tra innumerevoli altri.