Patriciello Contesta Aspramente la Guida di Forza Italia: La Gestione De Siano Soffoca il Confronto e la Democrazia.

Patriciello Contesta Aspramente la Guida di Forza Italia: La Gestione De Siano Soffoca il Confronto e la Democrazia.

A seguito delle recenti designazioni operate dal coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, ritengo sia fondamentale affermare con chiarezza che la condotta amministrativa del senatore De Siano è manifestamente incompatibile con i principi di democrazia e di dialogo interno. Lungo i quindici anni in cui ho ricoperto il ruolo di rappresentante di Forza Italia presso il Parlamento europeo, mi sono sempre astenuto dall’intervenire nelle dinamiche gestionali del partito a livello locale. Questo, malgrado il mio costante successo elettorale, che mi ha sempre posizionato tra i candidati più votati in ogni tornata, raccogliendo migliaia di preferenze in quasi tutti i comuni delle cinque province campane. La mia astensione era dettata sia dal rispetto per il coordinamento regionale, sia, in tutta franchezza, dall’aspettativa di essere maggiormente coinvolto nelle decisioni strategiche e organizzative del partito sul territorio, un coinvolgimento che, purtroppo, non si è mai concretizzato.

Eppure, ogni limite ha la sua fine. L’amministrazione del coordinatore De Siano è ormai caratterizzata da decisioni che mostrano una scarsa affinità con il dibattito democratico, un controsenso per un partito che, come Forza Italia, si vanta di essere di stampo liberale. Non deve stupire, quindi, che la nostra formazione politica abbia subito un crollo significativo, passando dal 17% delle elezioni Regionali del 2015 a un misero 5% nelle più recenti consultazioni, con una continua emorragia di consensi e figure amministrative locali a beneficio dei nostri partner di centro-destra. È imperativo che De Siano rifletta seriamente su queste cifre e sulla palese debolezza attrattiva della nostra proposta politica.

Una forza politica non può ergersi a roccaforte impenetrabile e autoreferenziale, né tantomeno trasformarsi in un circolo esclusivo dove la progressione è riservata unicamente a coloro che godono del beneplacito del coordinatore regionale. La mia prassi è quella di un confronto quotidiano con l’elettorato. Inoltre, sono abituato a ottenere il mio mandato grazie al voto di preferenza, una condizione che si discosta notevolmente da quella del senatore De Siano, la cui ultima elezione basata sulle preferenze risale alle Regionali del 2010, oltre un decennio orsono. Non si tratta di una critica al merito individuale, tutt’altro, ma di una chiara divergenza metodologica. Ci tengo a precisare che non nutro alcuna obiezione nei confronti dei nuovi coordinatori provinciali e comunali, per i quali nutro profonda stima e rispetto. Tuttavia, reputo un imperativo morale evidenziare una problematica innegabile, ampiamente riconosciuta e discussa da innumerevoli amministratori locali che non si sentono più correttamente rappresentati da una leadership la cui natura ‘patriarcale’ è a dir poco evidente.