Ultimatum per i Lettori: Un’Ora Finale per il Preordine del Nuovo Romanzo di Adriana Dell’Amico
Mancano pochissimi minuti alla chiusura dei preordini per l’ultima creazione letteraria dell’avvocatessa e scrittrice casertana, Adriana Dell’Amico, intitolata “Per un’ora ancora”. Il romanzo introduce Martina, una ginecologa che conduce la sua vita professionale e personale nella capitale. Un incontro inaspettato con Filippo, un operatore umanitario, le cambierà radicalmente la vita, spingendola a lasciare l’Italia per offrire le sue competenze mediche in un campo profughi siriano in Giordania. Qui, il suo destino si incrocia con quello di Ale, un reporter coraggioso, gentile e appassionato, di cui si innamora profondamente. Spinta da questo amore, Martina non esita a mettere a repentaglio la propria sicurezza, seguendolo in Siria, nella regione del Goutha. Tra lo scenario di guerra, i feriti e i continui bombardamenti, Martina riesce a inseguire i suoi ideali, ma il fato le riserverà sorprese inattese.
L’ispirazione per “Per un’ora ancora” affonda le radici in un evento che ha scosso profondamente l’autrice. “Qualche anno fa fui colpita dalle immagini di un attacco in Siria trasmesse in televisione”, racconta la Dell’Amico. Questa esperienza ha innescato una ricerca approfondita, durata quasi due anni, per comprendere la realtà di quel territorio così lontano. L’autrice sottolinea come il conflitto siriano sia, a suo avviso, una lotta per il controllo territoriale e, soprattutto, per le sue vaste risorse economiche. Attraverso questo libro, la Dell’Amico aspira a “seminare un campo di coscienza” nel lettore, affinché possa riflettere e maturare una comprensione più profonda degli eventi mondiali, specialmente in quelle aree dove le guerre vengono spesso presentate come conflitti di natura religiosa, celando invece le vere ragioni legate all’affermazione del potere economico di uno o più Stati. L’autrice evidenzia l’imperativo morale di non restare indifferenti di fronte a un popolo che soccombe sotto le bombe: perseverare nel silenzio o fingere ignoranza ci renderebbe complici della morte di innumerevoli bambini, donne e uomini. La responsabilità per tali tragedie deve essere sentita da tutti.
Dunque, il romanzo si configura non solo come una potente storia d’amore, ma anche come un’opera di significativo impatto sociale, offrendo valide ragioni per la sua lettura. Interrogata sull’importanza della scrittura come forma di espressione e sulle emozioni che cerca di suscitare, l’autrice risponde: “La scrittura per me è un viaggio introspettivo. Durante questo percorso, io mi identifico con i miei personaggi e, attraverso le loro vicende, vivo molteplici esistenze, ognuna distinta dall’altra. L’obiettivo ultimo di questo viaggio è sempre la scoperta di una nuova consapevolezza”. La relazione sentimentale tra Martina e Ale funge da fulcro narrativo del libro, permettendo all’autrice di esplorare le vie segnate dalla guerra e dal sangue degli innocenti, di navigare verso un’ipotetica isola di salvezza in un mare tempestoso e di vivere l’esperienza nei campi profughi. “Ho scelto di narrare un grande amore perché la speranza è una figlia dell’amore”, conclude Adriana Dell’Amico, “e l’unico strumento per non smarrire la speranza, e per combattere qualsiasi conflitto, sia esso interiore o esteriore, risiede unicamente nell’amore.”
