Un’elezione che fotografa lo status quo della politica irpina, a tratti immobile. Non ci sono stati sussulti o sorprese per le elezioni provinciali irpine che si sono tenute domenica scorsa. Nella geografia dei partiti non è cambiato, praticamente, nulla. E’ vero, il Pd guadagna un consigliere provinciale, passa, infatti, da quattro a cinque. Ma, questa volta, a differenza di due anni fa, della squadra democratica faceva parte Gianluca Festa , il quale, nel 2014 fu eletto con la sua civica, Davvero, in aperto dissenso con via Tagliamento. Un dissenso che costò anche la poltrona di presidente a Paolo Foti, a favore di Domenico Gambacorta. In questa occasione, però, non ci sono stati errori ed i risultati si vedono. Così, restano distante tutte le altre forze politiche. Probabilmente, delude l’Udc che puntava ad ottenere tre consiglieri, invece, ne ha guadagnato solo due, ma ha raddoppiato la presenza in consiglio, rispetto a due anni fa. Stesso numero ottenuto anche da Forza Italia che continua ad essere divisa nella guida tra il presidente Gambacorta ed il senatore Sibilia. La vera sorpresa è rappresentata dalla intesa tra il deputato D’Agostino ed il consigliere Alaia grazie alla quale vengono eletti due consiglieri provinciali, mentre il patto tra Foglia e Preziosi fa fruttare solo un consigliere e la sinistra non riesce a staccare il biglietto per entrare nel parlamentino. Oltre a questa geografia, però, c’è da fare una seria riflessione. Coloro che hanno determinato la vittoria o la sconfitta in questo turno elettorale sono stati i consiglieri comunali di Avellino, in quanto con il voto ponderato, sono determinanti. Siamo sicuri che queste persone elette nel 2013 possano contare ancora sulla fiducia dei cittadini? Purtroppo questo è il grande rischio delle elezioni di secondo grado, ossia, chi è delegato a votare, a volte, non ha più la fiducia di chi lo ha eletto. Subito dopo il referendum si deve mettere fine a questo sconcio che offende la democrazia. O le province spariscono o si fa in modo che possano essere di nuovo i cittadini a scegliere da chi farsi guidare.