Recovery Fund in Irpinia: Basta Ripetere gli Errori, Serve un Nuovo Modello Partecipativo
L’iniziativa promossa dalle organizzazioni “ControVento”, “Avellino Prende Parte” e “Sardine irpine”, volta a sollecitare un’ampia partecipazione civica e un dialogo democratico su idee e progetti specifici per l’Irpinia nell’ambito del “Next Generation Italia – Recovery Fund”, sta riscuotendo un notevole sostegno. A questa chiamata si sono unite diverse altre associazioni, figure intellettuali e operatori sia sociali che politici, e l’interesse si è esteso anche oltre i confini provinciali, come testimoniato dall’attenzione della Rete di economia civile “Sale della Terra” nel Sannio.
Questa mobilitazione trae origine dalla profonda consapevolezza che le aree interne del Mezzogiorno rappresentano il segmento più vulnerabile e strutturalmente precario del contesto nazionale, su cui la pandemia di Coronavirus ha avuto un impatto particolarmente distruttivo. È proprio in queste zone che emergono con forza criticità storiche irrisolte; il culmine di tale crisi impone una seria e scrupolosa analisi di quanto realizzato finora, indicando al contempo un’opportunità concreta di rinnovamento.
Il “Recovery Fund” rappresenta dunque un’opportunità di portata storica che il territorio deve cogliere con urgenza, ponendo – a giudizio delle associazioni – una priorità irrinunciabile: istituire meccanismi di partecipazione e co-decisione pubblica. Questi dovrebbero essere in grado di ricostruire il legame tra istituzioni e cittadini e di sanare il profondo vuoto politico che si è aggravato negli anni, a causa dell’indebolimento dei corpi intermedi, della soppressione di circoscrizioni e province, e della recente riduzione del numero di parlamentari.
Tale visione, tuttavia, non sembra essere stata pienamente recepita da chi si propone come figura istituzionale di riferimento per questa complessa sfida. Negli annunci recenti – in particolare quelli provenienti dal presidente dell’amministrazione provinciale di Avellino, Domenico Biancardi – si avverte con forte apprensione il persistere di approcci e dinamiche decisionali anacronistiche, il cui fallimento è già stato ampiamente dimostrato e riconosciuto a livello politico, economico e culturale.
Si profila, in sostanza, la ripetizione degli stessi errori commessi durante la fase di ricostruzione post-terremoto del 23 novembre 1980, quando velleità e interessi localistici emergevano e si traducevano in iniziative da finanziare. Ciò avveniva: senza alcun reale processo di coinvolgimento, dialogo e consultazione con il territorio e i suoi attori locali per la genesi delle proposte; senza una visione strategica complessiva per l’ammodernamento e la crescita del territorio; senza una fase preliminare di elaborazione ideativa a supporto della pianificazione; senza delineare una chiara prospettiva per l’Irpinia del futuro, destinata alle nuove generazioni, cui il cosiddetto “Recovery Fund” è espressamente indirizzato; e senza alcun riferimento all’urgenza di imporre un radicale cambiamento di approccio metodologico nelle procedure amministrative, accompagnato da una profonda riorganizzazione degli apparati, la cui inadeguatezza, sia in termini qualitativi che quantitativi, è ormai palesemente drammatica.
Le associazioni “ControVento”, “Avellino Prende Parte” e “Sardine irpine” hanno delineato chiare priorità sia metodologiche che sostanziali. A tal fine, hanno identificato cinque ambiti focali sui quali costruire un piano d’azione per elaborare proposte e strategie concrete per settori cruciali per il futuro del territorio irpino:
1. **Costruire una società della cura:** un sistema rinnovato di sanità, assistenza e servizi sociali.
2. **Per un’Irpinia verde e sostenibile:** gestione responsabile di acqua, aria e suolo per un nuovo equilibrio territoriale.
3. **Rilanciare l’Irpinia abitata:** focus su rigenerazione urbana, equità di genere, accoglienza e opportunità di radicamento.
4. **Irpinia 2030: un nuovo modello di sviluppo** basato su infrastrutture moderne, digitalizzazione e creazione di occupazione.
5. **Il potere della conoscenza:** il futuro dell’educazione e della cultura nel contesto irpino.
Per ciascuno di questi ambiti, sarà costituito un gruppo di lavoro aperto anche all’apporto di contributi e competenze esterne, con l’obiettivo finale di redigere un progetto organico per l’Irpinia del futuro.
Un invito alla collaborazione è rivolto alle componenti politiche e sociali, al mondo imprenditoriale, alle figure sindacali, alle amministrazioni territoriali, nonché ai vari gruppi e alle associazioni che si adoperano per promuovere un miglioramento generale della qualità della vita nelle aree interne del Mezzogiorno. Le associazioni “ControVento”, “Avellino Prende Parte” e “Sardine irpine” sono fermamente convinte che questo sia il momento cruciale per un’affermazione di protagonismo attivo e consapevole. Ogni esitazione, ogni mancato adempimento, ogni visione limitata, rischia di compromettere irreparabilmente il destino dell’Irpinia.
