Chiamato a Rispondere: Lo Zio di Ivan Marino Processato per la Fatale Uscita di Strada

Chiamato a Rispondere: Lo Zio di Ivan Marino Processato per la Fatale Uscita di Strada

A seguito dell’udienza preliminare tenutasi il 31 maggio 2021 presso il Tribunale di Foggia, il Giudice per l’Udienza Preliminare (Gup), dott. Antonio Sicuranza, ha disposto il rinvio a giudizio di Donato Marino, 42 anni, originario di Melfi ma residente a Faenza. L’uomo dovrà affrontare le gravi accuse di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravissime. È ritenuto responsabile di aver causato la morte del nipote Ivan Marino, di soli 8 anni, proveniente da Calitri (Avellino), e il ferimento grave del fratello Gianfranco, 43 anni, padre del piccolo. La tragedia si è consumata a seguito di una drammatica uscita di strada con l’automobile che Donato Marino stava guidando e a bordo della quale si trovavano le due vittime.

Finalmente, per il bambino e il suo papà, si aprono le porte della giustizia. La morte di Ivan, che all’epoca scosse profondamente l’opinione pubblica, anche per il lungo calvario del piccolo, deceduto dopo quasi sei mesi di sofferenza, rischiava infatti di rimanere impunita. Questa eventualità è stata scongiurata grazie all’intervento energico di Studio3A-Valore S.p.A., che si è fermamente opposto alla richiesta di archiviazione del procedimento penale. L’azione legale ha portato alla riapertura delle indagini e ha fornito un contributo determinante per ristabilire la verità e giungere alla fase processuale. L’imputato comparirà davanti al giudice monocratico di Foggia, dott.ssa Simona Giuliani, il 27 ottobre 2021, alle ore 9.

Il tragico evento risale al 21 gennaio 2018 e si verificò ad Ascoli Satriano (FG), in località Borgo Libertà. Quel giorno era già stato segnato da un altro profondo lutto per la famiglia Marino: nelle prime ore della stessa giornata era venuta a mancare la nonna di Ivan, anch’essa di Calitri, madre di Gianfranco e Donato. Quella sera, verso le 20.30, Donato, a bordo di una Volkswagen Golf di proprietà della sua compagna e con quest’ultima, si mise in viaggio da Calitri verso la stazione di Foggia per prelevare la sua ex moglie e la figlia, attese per i funerali. Chiese a Gianfranco di accompagnarlo; il fratello acconsentì, portando con sé anche il figlioletto Ivan, che all’epoca aveva 7 anni (avrebbe compiuto gli 8 il 24 febbraio). Una decisione che si rivelò fatale.

Altrettanto fatale fu la scelta del conducente di imboccare la Strada Provinciale 95 in direzione Candela-Cerignola, una via “interdetta al traffico, in violazione delle norme del codice della strada che ne impedivano l’uso”, come riportato nella richiesta del Sostituto Procuratore. Tuttavia, l’accusa più grave mossa a Donato Marino, come precisato dal PM, è quella di aver, a un certo punto, “perso il controllo della macchina che fuoriusciva dalla sede stradale finendo la sua corsa in un terreno attiguo”, dopo essersi cappottata svariate volte. La scena presentatasi ai primi soccorritori fu terrificante: i più colpiti furono proprio Ivan e il padre, passeggeri seduti sul lato destro del veicolo, rispettivamente nel sedile posteriore e anteriore. Entrambi furono trasportati in condizioni disperate e con prognosi riservata al Pronto Soccorso degli “Ospedali Riuniti” di Foggia. Il bambino sembrò inizialmente riprendersi, ma le sue condizioni peggiorarono e l’11 luglio 2018 spirò. La dott.ssa Raffaella Bisceglia e il dott. Antonello Giuliani, i consulenti tecnici incaricati dalla Procura per redigere la perizia autoptica sul corpicino per stabilire le cause del decesso, hanno concluso che il “decesso fu dovuto a shock settico in ernia diaframmatica post traumatica (il bambino aveva riportato, tra le tante lesioni, la frattura del femore, lacerazioni e contusioni polmonari ed epatiche) e in indissolubile nesso causale con l’incidente”. La perizia ha anche escluso qualsiasi responsabilità da parte dei medici che lo ebbero in cura durante il suo lungo calvario negli ospedali di Foggia, Potenza e infine al Pausillon di Napoli.

Il padre di Ivan, Gianfranco, è sopravvissuto, ma oltre all’immenso dolore per la perdita del figlio, ha dovuto affrontare un periodo critico: 40 giorni in Rianimazione, di cui 21 in coma, a causa di un trauma cranico e un ematoma subdurale che hanno tenuto la sua vita appesa a un filo. Ha trascorso mesi in una struttura riabilitativa a Sant’Angelo dei Lombardi per le fratture agli arti, alle costole e cervicali, e gli è residuata un’invalidità permanente di almeno il 50 per cento. Oggi cammina con difficoltà e non può più svolgere il suo lavoro di autotrasportatore.

Inizialmente, la Procura di Foggia, tramite il dott. Giuseppe Murano, aveva aperto un procedimento penale per lesioni stradali gravi, ma a carico di ignoti. I carabinieri di Ascoli Satriano, intervenuti per i rilievi, al loro arrivo non trovarono nessuno nel veicolo, in quanto i feriti erano già in fase di trasporto ospedaliero. Il conducente, interrogato nell’immediatezza, aveva dichiarato di non ricordare nulla del sinistro. La sua compagna, l’unica uscita quasi illesa dall’auto, aveva invece riferito subito ai militari che al volante c’era Donato Marino. Tuttavia, questo e altri elementi a suo carico non erano stati ritenuti sufficienti dal magistrato. Il fascicolo non era nemmeno giunto a essere qualificato come “omicidio stradale”: una settimana prima che Ivan morisse, il Sostituto Procuratore aveva formulato la richiesta di archiviazione, affermando che “essendo rimasti ignoti gli autori del reato e non appaiono esperibili utilmente altre attività”.

A quel punto, i congiunti della vittima, desiderosi di assistenza e di fare piena luce sui fatti, si sono rivolti a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e agli avvocati Luigi Cisonna, Sabino De Benedictis e Aldo Fornari, del Foro di Bari. Fu immediatamente presentata un’articolata opposizione alla richiesta di archiviazione, discussa nell’udienza del 13 marzo 2019 davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Armando Dello Iacovo. Il Giudice accolse le richieste dei patrocinatori dei familiari del piccolo, restituendo il fascicolo al PM e disponendo la prosecuzione delle indagini. La morte di un bambino di 8 anni non poteva restare impunita. Questa integrazione istruttoria ha portato i suoi frutti, definendo le responsabilità e conducendo alla richiesta di processo per Donato Marino da parte del dott. Murano, richiesta che è stata riscontrata e ora accolta. Dal processo imminente, il papà, la mamma e i fratelli di Ivan si aspettano una ricostruzione puntuale di tutta la tragica catena di eventi di quella serata e, in ultima analisi, di ottenere dai giudici una risposta al loro legittimo desiderio di giustizia.