Il Rosario Ritrovato: Un Eco Antico di Fede e Consolazione per l’Oggi
Negli ultimi tempi, mia moglie ed io abbiamo riscoperto l’abitudine di dedicare i nostri pomeriggi o le ore serali alla recita del rosario, un’esperienza che ci inonda di profonda serenità. Questi attimi, quasi trascendenti, ci permettono di allontanarci dalla frenesia materialistica e dalle preoccupazioni quotidiane. È un momento di rinnovamento spirituale che ci riporta con la mente ai ricordi dei nostri nonni, i quali, nel dopoguerra, radunavano figli e nipoti attorno al focolare per questa stessa pratica devozionale. Nonostante le difficoltà e le sofferenze di quei tempi, quelle serate erano intrise di una gioia particolare, un vero e proprio abbandono alla beatitudine.
Spesso mi interrogo sul progressivo allontanamento della figura divina dal centro della nostra esistenza e sulla scomparsa di quei valori morali che un tempo orientavano la società. Mi chiedo se la causa risieda nell’eccesso di benessere e nel consumismo sfrenato. Desidero rivolgere un appello sincero a chiunque si senta intrappolato nella ricerca del piacere effimero e dei beni materiali: “Cristo è la luce della vita.”
Come ci rammenta Papa Francesco, la preghiera, quale espressione di un rapporto più intimo con il divino, ha il potere di purificare l’animo in profondità, contrastando l’indurimento del cuore, i rancori e l’egoismo, infondendo coraggio e dissolvendo le angosce. Recitare il rosario è come offrire alla Vergine una ghirlanda di rose in piena fioritura di maggio. In linea con le rivelazioni di Fatima, questa pratica si configura come un conforto inestimabile, un sostegno che permea di consolazione il nostro vissuto quotidiano. Vorrei, inoltre, che la mia preghiera del rosario diventasse un veicolo per esprimere vicinanza, empatia e solidarietà a tutti coloro che oggi affrontano le sofferenze causate dalla pandemia.
