Sensazionale Svolta Giudiziaria: Condannato a 20 Anni per Omicidio di Camorra Riacquista la Libertà
La intricata vicenda giudiziaria di Giorgio Di Bartolomeo, imputato per un omicidio di camorra, ha registrato un colpo di scena sorprendente a Napoli. Nonostante una condanna a vent’anni di reclusione ancora pendente, Di Bartolomeo è stato scarcerato dalla custodia cautelare. Questa decisione, presa dalla Terza Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli, arriva a pochi giorni di distanza dall’ennesima pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, che aveva nuovamente convalidato la solidità delle argomentazioni legali dell’avvocato Dario Vannetiello, disponendo un ulteriore rifacimento del processo in appello. La scarcerazione immediata è stata accordata in accoglimento di un’articolata istanza depositata dal penalista, che, con un meticoloso richiamo a precedenti di legittimità, ha invocato la decorrenza dei termini massimi di custodia.
Sebbene la pena di vent’anni per l’omicidio di Carlo Polese – avvenuto nel contesto della faida tra i clan Ascione e Birra e inflitta il 14 dicembre 2016 dal Giudice dell’Udienza Preliminare di Napoli, dottoressa Francesca Ferri – rimanga formalmente valida, la Corte partenopea si è trovata obbligata a riconoscere la fondatezza dei rilievi formali avanzati dal cassazionista Dario Vannetiello.
La liberazione per scadenza dei termini di custodia cautelare è un’eventualità eccezionalmente rara nei procedimenti per omicidio. Tuttavia, in questo caso specifico, l’iter giudiziario ha superato le tempistiche legali previste, soprattutto perché la Corte di Cassazione aveva già in precedenza annullato una sentenza di condanna emessa da un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello. Queste sottigliezze e interpretazioni giuridiche, pienamente condivise dai giudici di legittimità, hanno generato una situazione senza precedenti: si dovrà procedere addirittura per la terza volta a un processo d’appello, al fine di verificare l’attendibilità di tredici collaboratori di giustizia che hanno indicato Di Bartolomeo come l’esecutore materiale dell’omicidio di Carlo Polese.
Grazie a questi molteplici annullamenti favorevoli, dopo un lungo periodo trascorso in carcere, Di Bartolomeo ha potuto lasciare il penitenziario dove era recluso da anni. Nonostante ciò, non godrà di piena libertà: sarà sottoposto, come previsto dalla legge, a misure non custodiali, tra cui l’obbligo di dimora. L’Autorità Giudiziaria ha motivato tale decisione tenendo conto sia della efferatezza del delitto, sia dell’elevata pena inflitta in primo grado, sia del fatto che l’associazione criminale di appartenenza, il clan Ascione, mantiene ancora una sua operatività nel territorio di Ercolano e nelle aree limitrofe.
Aggiungendosi ai clamorosi e ripetuti annullamenti che la Suprema Corte ha disposto negli anni in questo procedimento, grazie alla meticolosa strategia difensiva, si registra ora l’altrettanto stupefacente scarcerazione del presunto boss “vesuviano” per un così grave crimine di camorra.
