Roccabascerana: Nel Giorno della Repubblica, un Ponte tra Memoria e Rinascita
Nonostante le persistenti sfide sanitarie, il Palazzo del Governo – Prefettura di Avellino, con il suo maestoso tricolore in primo piano, ha ospitato anche quest’anno le celebrazioni per il 2 giugno. Questa data fondamentale ricorda la proclamazione della Repubblica come forma di governo dello Stato Italiano, avvenuta settantacinque anni fa a seguito di un referendum istituzionale.
L’occasione è stata solenne per la consegna di diverse Medaglie d’Onore alla memoria, ritirate dai congiunti di valorosi cittadini. Tra questi, spiccano numerosi originari di Roccabascerana, la cui storia è intrisa di sacrifici durante la Seconda Guerra Mondiale:
* **Giuseppe COLETTA**, nativo di Roccabascerana, subì l’internamento nel campo tedesco n. XIII dal settembre 1943 all’agosto 1945. Il riconoscimento è stato ricevuto dal nipote Giuseppe Principe.
* **Pietro IZZO**, anch’egli di Roccabascerana, perse la vita nel settembre 1944 in un campo di lavoro tedesco (il n. III) e fu sepolto in una fossa comune nello Stalag IIID di Berlino. L’omonimo nipote ha ritirato l’onorificenza.
* **Nunzio PIANTADOSI**, da Roccabascerana, fu internato nello stalag n. XVII G in Germania prima di far ritorno in Italia nel luglio 1945. Suo figlio Giuseppe ha accettato la medaglia.
* **Cosimo PRINCIPE**, originario di Roccabascerana, visse la prigionia nel campo tedesco n. IX A dal settembre 1943 al giugno 1945. Il figlio Antonio ha ritirato il premio.
* **Luigi ZOLLO**, catturato a Creta nel settembre 1943, sopravvisse miracolosamente al naufragio della nave Sinfra, venendo poi recuperato dalle truppe tedesche e confinato nello stalag XII A fino al settembre 1945. Il figlio Federico ha ricevuto il tributo.
* **Pierino LIZZA**, da Roccabascerana, fu anch’egli catturato a Creta nel settembre 1943 e imbarcato sulla nave Sinfra, destinata a trasportarlo in Germania per l’internamento. Tragicamente, perì a causa dell’affondamento della nave, colpita da un attacco aereo britannico. Il figlio Pellegrino ha ritirato la sua medaglia.
Questi riconoscimenti fungono da monito sul profondo tributo pagato dall’Italia, che contò non solo 472.000 vittime tra civili e militari, ma anche 600.000 militari fatti prigionieri e internati. Questa fu una severa ripercussione dell’esercito tedesco successiva alla sottoscrizione dell’Armistizio, siglato l’8 settembre 1943 tra il Regno d’Italia e le Forze Alleate.
Queste commemorazioni offrono l’opportunità di riflettere sull’inutile crudeltà dei conflitti mondiali, che ancora oggi lacerano l’umanità. Questo concetto è stato rafforzato dalle parole di speranza contenute nel messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, letto dal Prefetto, Sua Eccellenza la dottoressa Paola Spena. Il Prefetto, facendosi portavoce dell’auspicio presidenziale, ha espresso a sua volta la ferma convinzione in un’ondata di rinnovamento per la ripartenza sociale, culturale ed economica della comunità.
