Ormai la maledetta fretta è l’imperativo della nostra società contemporanea. E’ sotto gli occhi di tutti la corsa folle che facciamo tutti i giorni da mattina a sera: dalle piccole alle grandi cose. Sembriamo degli autentici forsennati. La tecnologia è sempre all’insegna del fare prima, in minor tempo, e anche con una ridotta fatica. Sostituiamo, a volte, le persone con le macchine per guadagnare tempo. Momenti preziosi che però non valgono nulla, se non li sappiamo sfruttare per qualcosa di utile, moralmente e spiritualmente. L’uomo, antropologicamente parlando, non ama più l’oggi,l’istante da assaporare, il presente da valorizzare. E’ semplicemente proteso verso una corsa frenetica che ti condanna ad una vita grama e infelice. Ora posso capire lo stress, le frustrazioni e i problemi psicologici che ne derivano. La fretta è diventata un grande nemico dei rapporti umani. Ricordo, temporibus illis, che i nostri ritmi quotidiani venivano scanditi da dialogo, letizia del cuore e serenità introspettiva. Epicuro diceva: “L’uomo sereno procura serenità a sé e agli altri”.Credo che, nonostante il progresso tecnico-tecnologico raggiunto, non bisogna mai rinunciare alle nostre caratteristiche e avere fretta di arrivare a un obiettivo. “ La calma è la virtù dei forti”. L’altra saggezza popolare ci insegna che la fretta è cattiva consigliera. Ricordo la storiella di un uomo che andava così di fretta da scordarsi di vivere. Il fumettista argentino Joaquin Lavado, in arte Quino, gridava: “Fermate il mondo, voglio scendere!”. La giusta dimensione della nostra esistenza,attualmente ansiosa e agitata, la dobbiamo trovare in noi stessi, come ci esorta sant’Agostino: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”.(Non uscire da te stesso, rientra in te:nell’intimo dell’uomo risiede la verità). Il poeta e sceneggiatore francese Jacques Prevert sentenziava: “La nostra vita non è dietro a noi, né avanti, ne adesso, è dentro”. Eloquente anche un proverbio napoletano che pone l’accento sulla negatività della fretta:” ‘A jatta pé ì ‘e pressa facette ‘e figlie cecate”(La gatta frettolosa fece i gattini ciechi). In conclusione: dopo la triste esperienza del Covid-19 dobbiamo modificare il nostro modus vivendi: più equilibrato ,più armonico e meno convulso.