Colpo Decisivo al Clan D’Alessandro: Vertici in Manette e Sequestro di Beni per Sei Milioni di Euro

Colpo Decisivo al Clan D’Alessandro: Vertici in Manette e Sequestro di Beni per Sei Milioni di Euro

Un’operazione su vasta scala condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli ha inferto un duro colpo al Clan D’Alessandro, un’organizzazione radicata prevalentemente a Castellammare di Stabia e nelle aree circostanti. L’intervento è culminato nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che ha coinvolto sedici individui. Di questi, quindici erano già detenuti, mentre uno è finito agli arresti domiciliari.

Le accuse a vario titolo, gravi e fondate, spaziano dall’associazione di stampo mafioso all’estorsione continuata e pluriaggravata, fino alla detenzione abusiva di armi da fuoco. Tali reati sono stati ulteriormente aggravati dalla finalità di agevolare l’organizzazione criminale, sfruttando la temibile forza intimidatrice intrinseca all’appartenenza al Clan D’Alessandro.

Il provvedimento scaturisce da un’indagine vasta e complessa, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli e affidata al Nucleo Investigativo di Torre Annunziata. L’inchiesta, che copre un arco temporale significativo tra il 2017 e il 2020, ha delineato con precisione la perdurante operatività del sodalizio criminale, offrendo un’istantanea aggiornata della sua struttura gerarchica, dei ruoli interni e delle molteplici attività illecite perpetrate.

Il clan, con la sua storica presenza a Castellammare di Stabia, esercitava una significativa influenza criminale che si estendeva ai vicini Monti Lattari, area tradizionalmente sotto l’influenza di un’organizzazione alleata, e raggiungeva persino la penisola sorrentina. Questa capillare egemonia territoriale si manifestava attraverso una serie di estorsioni accuratamente documentate.

Parallelamente, l’indagine ha approfondito il profilo patrimoniale dei nuclei familiari legati ai soggetti coinvolti. Le verifiche hanno rivelato evidenti discrepanze tra i redditi dichiarati e l’ingente patrimonio, sia in beni che in liquidità, detenuto dagli indagati. Queste scoperte hanno portato il G.I.P. del Tribunale di Napoli, su sollecitazione della DDA, a emettere un decreto di sequestro preventivo per beni mobili il cui valore complessivo è stato stimato in ben sei milioni di euro.