Seconda casa, stangata in arrivo: l’IMU non è l’unica bega, scatta una nuova tassa obbligatoria | Fai prima a venderla

Casa - pexels - retesei

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E tornato a far discutere il tema delle tasse sulla casa, in particolare per chi possiede una seconda abitazione: non solo IMU.

La notizia che circola è chiara: non basta più pagare l’IMU, perché è stata confermata una nuova imposta che si aggiunge alle spese già previste. Molti proprietari, infatti, stanno ricevendo avvisi dai Comuni in cui si specifica che anche le seconde case – persino quelle non abitate – saranno soggette a una tassa aggiuntiva da versare ogni anno.

In realtà, non si tratta di un’imposta del tutto nuova, ma di un’applicazione più rigida della TARI, la tassa sui rifiuti. Finora, in molti casi, chi possedeva una casa non utilizzata o lasciata vuota pensava di poter evitare di pagarla, convinto che un’abitazione non abitata non producesse rifiuti. Ora, però, le amministrazioni locali stanno cambiando approccio: secondo la loro interpretazione, anche un immobile vuoto comporta dei costi per la collettività, come la gestione dei servizi urbani e delle infrastrutture.

Questo significa che, anche se una seconda casa non è abitata tutto l’anno, potrebbe comunque essere soggetta alla TARI. È una decisione che ha fatto storcere il naso a molti proprietari, soprattutto a chi possiede una casa per le vacanze o un immobile ereditato in cui non vive. Tuttavia, i Comuni difendono la misura sostenendo che tutti gli immobili, occupati o meno, devono contribuire ai costi dei servizi pubblici, altrimenti il peso ricadrebbe solo su chi vive stabilmente sul territorio.

Esistono comunque alcune eccezioni. Se la seconda casa è inagibile o priva di utenze attive come acqua, luce e gas, e non è arredata con mobili essenziali, allora può essere considerata non abitabile. In questi casi, è possibile chiedere l’esonero o una forte riduzione della tassa.

L’IMU resta comunque in vigore

Tuttavia, la documentazione deve essere chiara e verificabile: i Comuni, infatti, controllano che non si tratti di dichiarazioni fittizie. Se la casa invece è solo “vuota” ma comunque dotata di allacci e potenzialmente utilizzabile, la tassa va pagata. Questo nuovo orientamento non sostituisce l’IMU, che resta in vigore come imposta patrimoniale principale sulle seconde case. Si tratta, piuttosto, di un onere aggiuntivo che va a sommarsi alle spese già previste. Per molti cittadini sarà quindi necessario rivedere i propri calcoli: non si dovrà più considerare solo l’importo dell’IMU, ma anche quello della TARI, che varia da Comune a Comune e può arrivare a cifre significative, soprattutto nelle zone turistiche.

L’obiettivo dichiarato di questa misura è quello di rendere più equa la gestione dei costi dei servizi comunali. Tuttavia, non mancano le critiche: molti vedono in questa decisione un ulteriore peso per chi ha risparmiato per comprarsi una seconda casa o per chi eredita un immobile di famiglia. C’è anche chi teme che questa politica possa spingere alcuni proprietari a vendere o lasciare le case vuote in abbandono, invece di mantenerle in buone condizioni.

Tasse - pexels - retesei
Tasse – pexels – retesei

E’ un trend evidente

La novità conferma un trend ormai evidente: possedere una seconda casa in Italia sta diventando sempre più costoso. Oltre all’IMU e alle spese di manutenzione, ora bisogna mettere in conto anche questa tassa aggiuntiva.

Il consiglio, dunque, è uno solo: informarsi presso il proprio Comune, capire se si rientra tra i soggetti obbligati e, se possibile, richiedere eventuali agevolazioni. In tempi in cui ogni euro conta, essere preparati può fare davvero la differenza.