Ritorno Controverso: Un’Impiegata Sotto Processo Riacquisisce il Suo Incarico Originale

Ritorno Controverso: Un’Impiegata Sotto Processo Riacquisisce il Suo Incarico Originale

Le recenti disposizioni amministrative che hanno riportato la Dott.ssa Annamaria Villanacci al suo precedente incarico presso il Servizio Servizi Sociali stanno generando un vivace dibattito. Questa ricollocazione appare particolarmente controversa se si considera che la Dott.ssa Villanacci era stata oggetto di un trasferimento d’ufficio il 19 gennaio 2017, quando l’Arch. Vincenzo Castracane, all’epoca Dirigente dei Servizi Sociali, l’aveva spostata all’Ufficio Anagrafe. Tale trasferimento era avvenuto poco dopo che la stessa Villanacci, a metà dicembre dell’anno precedente, fosse stata rinviata a giudizio.

Le accuse a suo carico, emerse dall’indagine condotta da Giovanni Tartaglia Polcini, allora Assessore ai Servizi Sociali, includono abuso d’ufficio e falsità, oltre a un ulteriore capo d’accusa per abuso d’ufficio relativo all’affidamento pluriennale, tramite proroghe, del servizio di pulizia e igiene ambientale del cimitero alla società Modisan. Nel medesimo procedimento figurano anche altre persone, tra cui Luigi Scarinzi (allora consigliere comunale, oggi in Forza Italia), Giovanni Musco (dipendente di una cooperativa) e Angelo Piteo della Modisan.

Più recentemente, con una disposizione di servizio emessa dal Dott. Alessandro Verdicchio, nuovo Dirigente, la Dott.ssa Villanacci è stata riassegnata al Servizio Servizi Sociali di via dell’Università, riprendendo le mansioni corrispondenti a quelle svolte in precedenza.

Secondo quanto espresso in un comunicato congiunto da Marianna Farese e Nicola Sguera del Movimento 5 Stelle BN, la sequenza di questi eventi e le decisioni adottate appaiono “francamente incomprensibili e contraddittorie”. I portavoce pentastellati richiamano importanti precedenti normativi: una sentenza del T.A.R. Puglia (Sezione II n. 01655/2002) autorizzerebbe persino la sospensione cautelare di un dipendente rinviato a giudizio. Ancora più rilevante, l’articolo 3 della Legge 97/2001, che disciplina il trasferimento dei pubblici dipendenti in caso di rinvio a giudizio, stabilisce chiaramente l’obbligo per l’amministrazione di trasferire il dipendente “ad un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto”, pur garantendo “funzioni corrispondenti per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera”. La stessa normativa aggiunge che l’amministrazione, qualora lo ritenga opportuno e per “evidenti motivi di opportunità” legati al possibile “discredito” che la sua permanenza potrebbe arrecare all’ente, può optare per un trasferimento di sede o l’assegnazione di un incarico completamente differente. Per il M5S, la scelta di ricollocare la Dott.ssa Villanacci al suo precedente ruolo rappresenta un “passo indietro” ingiustificato da parte dell’Amministrazione, evidenziando la gravità della situazione, pur esprimendo l’auspicio di una piena assoluzione per tutti gli imputati.

A giustificazione di questa decisione, in una comunicazione che accompagnava i documenti richiesti dal M5S, l’Avv. Verdicchio ha indicato che l’Arch. Castracane, in precedenza, non aveva provveduto ad assegnare alla Dott.ssa Villanacci “alcun incarico di lavoro specifico” e che la riorganizzazione del Servizio Servizi Sociali era ritenuta impellente. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle solleva interrogativi critici: era davvero impossibile individuare e assegnare incarichi specifici alla dipendente all’interno dell’Ufficio Anagrafe o in altri uffici comunali? La riorganizzazione del Servizio era così urgente da richiedere necessariamente l’impiego di una figura coinvolta in un procedimento giudiziario così delicato? Non sarebbe stato più prudente attendere l’esito del processo, la cui udienza è già fissata per il 19 aprile? L’urgenza era tale da non consentire di pazientare almeno fino a quella data?