Fine allo Sfruttamento nel Beneventano: Presunto Caporale Arrestato dopo Lunghe Indagini
In data odierna, al culmine di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Benevento, gli agenti della Squadra Mobile di Benevento hanno posto sotto arresti domiciliari Antonio Massaro, 65 anni. La misura cautelare è stata disposta dal Tribunale di Napoli, Sezione Riesame, che ha accolto un ricorso della Procura ribaltando un’iniziale decisione di rigetto del GIP. Massaro è ritenuto gravemente indiziato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, fattispecie criminose verificatesi tra Dugenta e Limatola dal gennaio 2018 all’aprile 2019, in concorso con altre tre persone, attualmente sottoposte a indagine ma non in stato di detenzione.
Il percorso investigativo ebbe inizio nel gennaio 2018. In quell’occasione, il personale del Commissariato di Telese Terme fermò Antonio Massaro durante un controllo stradale. Massaro era alla guida di un autocarro, ufficialmente adibito al trasporto di merci, all’interno del quale furono rinvenuti cinque individui di nazionalità straniera, sprovvisti di identificazione. Le successive verifiche rivelarono che queste persone erano impiegate, senza le dovute garanzie, presso l’azienda familiare del fermato, operativa nel settore tessile e situata a Dugenta.
Le fasi successive dell’inchiesta, rafforzate dai contenuti delle intercettazioni telefoniche e dalle dichiarazioni rilasciate dai dipendenti dell’impresa familiare – attiva nella lavorazione dei tessuti e al centro dell’indagine – hanno permesso di delineare un quadro probatorio significativo a carico degli indagati. Questi ultimi avrebbero assoggettato i lavoratori a situazioni di impiego e alloggiative gravemente degradanti. Specificamente, in alcuni casi, venivano messe a disposizione sistemazioni abitative il cui corrispettivo, fissato in 20,00 euro al giorno, veniva trattenuto direttamente dal datore di lavoro dall’esigua retribuzione spettante.
Il compenso giornaliero, irrisorio, si rivelava palesemente inadeguato se rapportato all’imponente mole di lavoro richiesta e svolta, con orari che si estendevano dalle 5:15 del mattino fino alle 17:30. Questa prassi disattendeva completamente le regolamentazioni dei contratti collettivi e costituiva una flagrante violazione delle norme vigenti in materia di sicurezza e igiene negli ambienti lavorativi.
Nel corso delle operazioni investigative, le autorità hanno proceduto anche al sequestro preventivo del sito produttivo, ovvero l’opificio dove gli indagati conducevano sia l’attività lavorativa che quella illecita. Il provvedimento ha riguardato anche un magazzino attiguo e i materiali tessili già preparati per la lavorazione.
Ciononostante, gli indagati, incuranti del provvedimento cautelare reale già emesso, hanno tentato di proseguire le loro operazioni illecite trasferendo l’intero apparato produttivo e criminale in un altro immobile. Quest’ultimo, grazie alla perseverante e meticolosa attività investigativa, è stato prontamente rintracciato e, analogamente, sottoposto a sequestro preventivo.
Antonio Massaro è stato riconosciuto come la figura cardine e preponderante nella commissione di questi reati. L’uomo era solito interloquire con i lavoratori utilizzando appellativi denigratori e minacce esplicite. Inoltre, il suo controllo si estendeva ben oltre gli ambiti e gli orari lavorativi, giungendo a invadere arbitrariamente le dimore private dei suoi dipendenti.
