Simeone (UIL): Connessioni AV per Avellino: Il Recovery Plan sia volano di sviluppo, non fonte di criticità per la vivibilità.

Simeone (UIL): Connessioni AV per Avellino: Il Recovery Plan sia volano di sviluppo, non fonte di criticità per la vivibilità.

L’integrazione di Avellino con la rete dell’Alta Velocità (AV), tramite la tratta Napoli Cancello e l’accesso alla stazione di Napoli Afragola, rappresenta indubbiamente un’occasione storica. Questa prospettiva, attesa da decenni, si affianca alla costruzione della Stazione Hirpinia e all’elettrificazione della linea AV/SA, promettendo di connettere stabilmente la provincia irpina e il suo capoluogo sia al sistema ferroviario regionale che alle principali direttrici AV nazionali.

Tuttavia, l’analisi dell’attuale configurazione progettuale solleva interrogativi. Nonostante l’indiscutibile valore strategico di attraversare il massiccio del Partenio – la soluzione più logica per garantire tempi di percorrenza ottimali su rotaia – il prospettato collegamento con il capoluogo campano potrebbe non superare in convenienza i tempi già offerti dai servizi di trasporto su gomma, che oggi impiegano circa un’ora. In particolare, il piano di trasformazione della linea EAV Nola-Baiano, come presentato, genera significative perplessità.

Questa non è una semplice questione di adeguamento dello scartamento, attualmente ridotto per la Circumvesuviana rispetto agli standard di RFI. Si prevede piuttosto l’introduzione di un convoglio, forse con almeno quattro vagoni, che attraverserebbe sette comuni e ben tredici passaggi a livello. Questa modifica impatterebbe direttamente circa 27.000 residenti, che, se sommati alla popolazione di Nola, arrivano a circa 60.000 cittadini, attualmente serviti da un elettrotreno non sempre in doppia composizione.

Considerare fattibile una tale ipotesi appare quanto meno imprudente, soprattutto alla luce di precedenti proposte. Solo lo scorso anno, per la medesima tratta EAV, era stata avanzata l’idea di una metropolitana leggera, che avrebbe comportato la chiusura della linea esistente. Tale progetto mirava a risolvere le criticità ambientali e di sicurezza nei comuni tra Nola e Baiano, ma fu poi accantonato, anche per la sua non competitività in termini di tempi di percorrenza (circa 16 minuti per il servizio attuale).

L’importanza strategica dei collegamenti con il sistema ferroviario ad alta velocità è innegabile e universalmente riconosciuta. Tuttavia, le modalità di implementazione per i diversi territori e le comunità locali, a garanzia della loro integrità e vivibilità, necessitano di una definizione accurata. Senza un confronto pubblico aperto, che includa il coinvolgimento delle imprese ferroviarie, delle istituzioni competenti e delle comunità direttamente interessate, c’è il serio rischio che questa opportunità si trasformi nell’ennesima occasione mancata.

L’idea di connettere Avellino a Napoli via Nola è un’intuizione di lunga data, ma non può e non deve compromettere l’equilibrio di realtà comunali che, ancora oggi, attendono interventi per eliminare attraversamenti ferroviari a raso pericolosi. Lavori analoghi si interruppero a Marigliano negli anni ’80, quando la costruzione della nuova tratta della Circumvesuviana mirava proprio a liberare i centri urbani dal transito dei treni. Destinare investimenti a soluzioni che rischiano di peggiorare le condizioni esistenti appare, oltre che imprudente, chiaramente in contrasto con le direttive dell’Unione Europea in materia di trasporto locale e vivibilità urbana.