Tassa auto, confermata la “batosta verde”: dal 2026 pagheranno anche le elettriche | Altro che risparmio
Auto a metano - ansa - retesei
Dal 2026 cambieranno molte cose per gli automobilisti italiani. Non si parla di una nuova imposta, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo in cui si paga il bollo auto.
La notizia, rilanciata da varie testate come AquilaTV, ha subito fatto discutere: alcuni modelli potrebbero arrivare a pagare fino a 1.500 euro all’anno. E già c’è chi corre ai ripari, cercando di vendere in anticipo i veicoli più “a rischio”.
Ma andiamo con ordine. Il bollo auto non sparisce, cambia solo volto. Dal 1° gennaio 2026, infatti, il pagamento dovrà essere effettuato entro la fine del mese successivo all’immatricolazione del veicolo e, negli anni successivi, entro lo stesso mese di riferimento. Niente più proroghe o date variabili da regione a regione. Inoltre, in molte aree del Paese non sarà più possibile suddividere la cifra in più rate: si dovrà pagare tutto in un’unica soluzione annuale.
Un altro cambiamento riguarda le auto sottoposte a fermo amministrativo. Finora erano esentate dal pagamento della tassa, ma con le nuove regole non sarà più così: anche se l’auto è ferma e inutilizzabile, il proprietario dovrà comunque versare il bollo. Una novità che ha fatto storcere il naso a molti, ma che rientra nella logica di uniformare il tributo e semplificarne la gestione.
Il punto più discusso, però, resta la cifra. Perché si parla di fino a 1.500 euro l’anno? Il motivo è che la tassa continuerà a basarsi sulla potenza del veicolo (espressa in kilowatt) e sulla classe ambientale. Le auto più potenti e inquinanti — in particolare quelle Euro 0, 1 o 2 — saranno le più penalizzate. E se il mezzo supera i 185 kW di potenza, entra in gioco anche il superbollo, una maggiorazione già in vigore da anni per i veicoli considerati di lusso.
Aumenti fuori dal comune
In pratica, un’auto sportiva o di grossa cilindrata potrà arrivare a pagare importi davvero elevati, mentre i modelli più piccoli o ibridi avranno costi contenuti. Le regioni avranno comunque un certo margine di autonomia: potranno decidere eventuali sconti, agevolazioni o esenzioni, specialmente per chi sceglie veicoli a basse emissioni o completamente elettrici.
Il risultato, però, è già visibile: molti proprietari di auto di grossa cilindrata stanno pensando di rivendere i propri mezzi prima dell’entrata in vigore della nuova norma, temendo di ritrovarsi con spese insostenibili. Allo stesso tempo, cresce l’interesse per modelli ibridi ed elettrici, che in alcune regioni godono di esenzioni totali o parziali sul bollo per diversi anni.

Mobilità più sostenibile
Al di là dei numeri, questo cambiamento racconta molto della direzione che l’Italia — e più in generale l’Europa — sta prendendo: spingere verso una mobilità più sostenibile e penalizzare le vetture più inquinanti. Certo, non tutti possono permettersi un’auto elettrica o nuova, e per molti automobilisti questa tassa rischia di diventare un ulteriore peso.
In conclusione, dal 2026 sarà fondamentale informarsi bene: conoscere le nuove scadenze, verificare la potenza e la classe ambientale della propria auto, e valutare se conviene mantenerla o cambiarla. Una cosa è certa: la gestione dell’auto non sarà più la stessa, e per molti il costo di possesso potrebbe salire in modo significativo. Meglio arrivare preparati, prima che la nuova “stangata” fiscale diventi realtà
