La Cassazione ribalta la condanna: Pellegrino Capaccio, pluripregiudicato di Atripalda, torna libero

La Cassazione ribalta la condanna: Pellegrino Capaccio, pluripregiudicato di Atripalda, torna libero

Le sbarre dell’istituto penitenziario di massima sicurezza di Catanzaro si sono spalancate, questa volta per consentire il ritorno alla libertà di Pellegrino Capaccio, il noto pluripregiudicato originario di Atripalda. A determinare tale svolta è stato un provvedimento emanato direttamente dalla capitale: la Suprema Corte di Cassazione, nella sua Prima Sezione Penale, ha infatti accolto integralmente l’impugnazione presentata dai legali di Capaccio, gli avvocati Rolando Iorio del Foro di Avellino e Pasquale Massimiliano Tranchida del Foro di Marsala. La decisione ha comportato l’annullamento definitivo, senza alcun rinvio, di un’ordinanza precedentemente emessa dalla Corte di Appello di Napoli.

Si è trattato di un’intensa contesa giudiziaria, che ha visto contrapporsi la Procura Generale e la Corte di Appello partenopee da un lato, e la difesa di Capaccio dall’altro. L’epilogo è stato il pieno riconoscimento delle argomentazioni difensive, sancito dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha così revocato in via definitiva la disposizione della Corte di Appello che aveva inflitto ben tre anni di reclusione al pluripregiudicato irpino.

La vicenda aveva avuto inizio nel dicembre 2019, quando la Corte di Appello di Napoli, a seguito di un’appassionata arringa dell’Avvocato Rolando Iorio, difensore di fiducia di Capaccio, aveva inizialmente respinto la richiesta della Procura Generale di Napoli. Tale istanza mirava alla revoca di un indulto precedentemente accordato a Capaccio, il che avrebbe comportato un aggravio di pena di tre anni. Tuttavia, in un secondo momento, la stessa Corte d’Appello partenopea operò un ripensamento, giustificando la sua prima decisione come derivante da un “errore materiale”. Con una nuova ordinanza del 16 luglio 2020, procedeva quindi a revocare il beneficio dell’indulto a Capaccio, stabilendo per lui una pena definitiva di 3 anni di reclusione da scontare. Fu proprio contro quest’ultima delibera che i legali di Capaccio decisero di presentare ricorso, contestandone la legittimità.

La Suprema Corte di Cassazione, nel cassare senza rinvio l’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 16 luglio 2020, ha dunque accolto le argomentazioni della difesa dell’imputato di Atripalda, disponendo la sua immediata liberazione.