La Discarica di Tre Ponti: Il Presidente Di Maria ammette la Criticità, ma Persistono le Contraddizioni.
Accolgo con sentimenti contrastanti – un misto di soddisfazione e perplessità – l’ultima dichiarazione del Presidente Di Maria in merito alla questione di Tre Ponti. La nota positiva risiede nell’aver finalmente preso atto della gravità della situazione, riconoscendo che l’area, inclusa l’annessa zona sportiva di proprietà provinciale e lasciata in un deprecabile stato di abbandono, rappresenta una criticità imponente. È incoraggiante che si sia compreso come l’ente da lui presieduto debba affrontare priorità ben più pressanti rispetto a quelle finora privilegiate. Questo, almeno, segna un punto di partenza. Ciò che genera sconcerto, tuttavia, è la strategia comunicativa impiegata: parafrasando il linguaggio sportivo, si potrebbe dire che il Presidente indugia in tattiche dilatorie, eludendo la questione centrale.
La sua affermazione secondo cui il Comune di Montesarchio non avrebbe provveduto alla bonifica risulta fuorviante. È opportuno ribadire, ancora una volta, che la nostra amministrazione ha adempiuto a ogni suo obbligo: abbiamo commissionato le analisi e la caratterizzazione del sito, trasmettendo la documentazione all’ufficio competente della Regione. Il Presidente Di Maria è, o dovrebbe essere, consapevole che un singolo Comune non possiede né l’autonomia né le risorse per effettuare una bonifica completa senza il benestare e i finanziamenti regionali. Il percorso intrapreso dal Comune ha seguito l’iter previsto, con un piano di caratterizzazione regolarmente validato dalla Regione. Siamo, pertanto, in linea con le tempistiche necessarie per la successiva approvazione del piano di bonifica, l’esecuzione delle indagini tecnico-operative, la valutazione dell’ARPAC e le fasi tecniche successive. Quanto dichiarato da Di Maria è particolarmente allarmante, considerando che il suddetto piano di caratterizzazione è stato discusso e approvato in una conferenza di servizi alla quale hanno partecipato attivamente funzionari della SAMTE e, non da ultimo, della Provincia stessa, ente da lui presieduto.
È fondamentale sottolineare che il Comune di Montesarchio, la sua comunità e il suo territorio sono indubbiamente le parti lese in questa complessa vertenza. L’amministrazione che ho l’onore di rappresentare, grazie all’impegno congiunto di funzionari e cittadini esemplari e sensibili all’ambiente, si posiziona stabilmente ai vertici delle classifiche Legambiente tra i Comuni più virtuosi nella raccolta differenziata.
Accantonando le manovre dilatorie e le scuse pretestuose – tra “ATO non operativo”, “comuni morosi” e “SAMTE” – è imperativo chiarire l’unica e inconfutabile verità: la piena responsabilità per la gestione di quella disastrosa discarica, comprese le lacerazioni del telone, la sicurezza del sito e il rischio di sversamenti di percolato, ricade in toto sulla Provincia. È un dato di fatto incontrovertibile: finché la Provincia non raggiungerà un’intesa con l’ente d’ambito per la gestione dei rifiuti e non trasferirà la proprietà delle discariche, queste rimarranno sotto la sua diretta proprietà e amministrazione. Questa situazione è anomala nel contesto regionale, poiché in tutte le altre province campane, fatta eccezione per Salerno, lo smaltimento dei rifiuti e la gestione delle discariche sono gestiti direttamente dalle Province attraverso le rispettive società strumentali.
Ciò che desta ulteriore, e spiacevole, sorpresa è che questa comunicazione del Presidente Di Maria giunga subito dopo un incontro privato con il sottoscritto, durante il quale il dialogo era stato improntato a toni costruttivi e cordiali, sottolineando l’importanza della collaborazione interistituzionale. Non potendo attribuire tale discordanza a una condotta incoerente del vertice istituzionale, si è costretti a riconoscere l’esistenza di una singolare ripartizione di ruoli all’interno della Rocca (la sede provinciale): Di Maria partecipa personalmente agli incontri conciliatori, mentre una “mano” ben riconoscibile di qualche eminente consigliere redige comunicati di contenuto diametralmente opposto. Una strategia di doppia faccia che, sebbene a tratti possa sembrare quasi paradossale, è profondamente dannosa per le ricadute sul nostro territorio.
